Era il 22 dicembre 1969 quando Gianni Rivera diventava il secondo italiano ad alzare al cielo il Pallone d’oro. Un rinoscimento a dir poco storico di uno dei leader del Milan e della Nazionale italiana degli anni 60’/70′. Rivera, come detto, fu il secondo attaccante italiano a celebrare la vittoria: otto anni prima Omar Sivori, italo-argentino della Juventus, divenne il primo di una lunga trafila che è durata fino al 2006, anno dominato da Fabio Cannavaro.
Pallone d’oro: perchè fu importante la vittoria di Rivera?
Negli anni 60′ il calcio era molto diverso. Era caratterizzato da campioni imprescindibili, molti dei quali sono ancora ricordati come i migliori atleti di sempre. Il calcio italiano aveva proprio nel Milan del numero 10 alessandrino la sua squadra di riferimento sebbene Inter e Juventus non scherzassero con i loro trofei. Quella vittoria fu fondamentale per due motivi: dava al calcio italiano il merito di aver esportato un modello innovativo di gioco; ed aprì la strada ad un nuovo modo di concepire la Serie A.
Rivera ottenne il suo riconoscimento grazie alla vittoria del Milan contro l’Ajax guidato da un giovane chiamato Hendrik Johannes Cruijff, meglio noto come Johan. I rossoneri di Nereo Rocco si imposero 4-1 e regalalarono ai propri tifosi la seconda Coppa dei Campioni dopo quella vinta nella stagione 1963-1963.
Oggi il calcio italiano ha perso numerosi punti di riferimento. La continua ibridazione con i calciatori stranieri sta impedendo sempre di più la valorizzazione dei giovani della primavera da parte dei nostri allenatori. Tuttavia, la recente terza posizione dell’italo-brailiano Jorginho ha riacceso una fiammella di speranza che ci spinge sempre di più a sognare un prossimo pallone d’oro azzurro.