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24 ore di Daytona 2021: Acura e Taylor in trionfo

La 24 ore di Daytona edizione 2021 è nel segno della Honda (attraverso il suo marchio Acura), e del Wayne Taylor Racing. La formazione dell’ex pilota di origine sudafricana conquista la classica della Florida per il terzo anno consecutivo, la prima da quando ha lasciato la Cadillac per legarsi alla casa nipponica. Proprio le “Caddy” di Action Express e Chip Ganassi contendono alla vettura di Taylor la vittoria fino agli ultimi 15 minuti, in una corsa segnata da sorpassi, colpi di scena e ben 12 caution. Ricky Taylor, Filipe Albuquerque, Alexander Rossi e Helio Castroneves salgono sul gradino più alto del podio, battendo la Cadillac di Jimmie Johnson e la Mazda ufficiale. Quest’ultima è autrice di una rimonta spettacolare.

Nella classe GTLM, Corvette e BMW danno vita ad una battaglia furibonda che vede le C8R battere le M8, con l’intromissione parziale della Ferrari di Risi. Doppietta Mercedes nella GT Daytona, la quale batte la concorrenza di Laborghini e della Ferrari di AF Corse.

Come vince la Acura di Taylor la 24 ore di Daytona 2021 nella classe maggiore?

Prima sono le Cadillac a comandare, con diversi equipaggi ad alternarsi. Felipe Nasr, Pipo Derani, Chase Elliott e Mike Conway sono i primi a “liderare”, grazie alla partenza dalla pole. Il team numero 31 perde poi terreno, complice uno stint di Elliott che lui stesso definirà “terribile“. Sarà poi un problema al cambio a metterli fuori contesa, fino all’ottavo posto finale.


Chase Elliott al via della 24 ore di Daytona


Dopo la 12esima ora la Acura di Taylor passa in testa, dimenandosi tra la “Caddy” e lottando anche con manovre aggressive. Ma alla fine è con la costanza dei piloti, le strategie giuste (come cambiare solo due gomme nella sosta finale) ed un pizzico di fortuna a consegnare lo scettro nelle mani dei numero 10. Ma che fine hanno fatto le altre DPi americane?

I problemi delle Cadillac

Il Chip Ganassi Racing, al rientro nella serie IMSA, si dimostra al top fin dalle prime battute. L’ex pilota Haas Kevin Magnussen impara in fretta il mestiere, rendendosi autore di sorpassi spettacolari. Il resto lo mettono Renger Van der Zande, espertissimo olandese, ed il sei volte iridato IndyCar Scott Dixon. Il trio rimane in contesa fino a 7 minuti dalla fine, quando una foratura li obbliga ad una sosta imprevista. Addio vittoria, ed addio podio.


Kevin Magnussen verso la serie IMSA


La seconda vettura Action Express, quella di Jimmie Johnson/Kamui Kobayashi/Simon Pagenaud/Mike Rockenfeller, si prende la testa alla nona ora. Un testacoda di Kobayashi all’alba di domenica costa la vittoria, ma il giapponese è bravo a portare la vettura al secondo posto nell’ultima ora di gara, grazie ad un bel sorpasso sulla Mazda. E a proposito di Mazda…

L’epopea di Mazda

La casa giapponese passa dall’inferno al Paradiso in 24 ore esatte. Durante il giro di formazione, Harry Tincknell non riesce ad innestare la prima, e deve partire dal fondo. Questo e altri problemi porteranno la vettura dell’inglese, di Oliver Jarvis e di Jonathan Bomarito ad accumulare ben tre giri di distacco. Impiegheranno ben 21 ore a tornare a pieni giri, lanciandosi in una rimonta che li porterà in terza piazza. Secondo Tincknell, si poteva anche vincere, se non fosse per il forte sovrasterzo causato da una probabile rottura dell’ala posteriore.

Italia protagonista in LMP2

La classe LMP2 vede la Era Motorsports e la Tower Motorsports contendersi la prima posizione all’ultimo minuto. L’ultima caution permette alla vettura Era di Ryan Dalziel, Paul Loup Chatin, Kyle Tilley e Dwight Merriman di mettere il fiato sul collo di John Farano, Gabriel Aubry, Timothé Buret e Matthieu Vaxiviere. Uno splash&go dell’ultimo minuto di Aubry permette a Dalziel di tagliare il traguardo avanti, con quasi 20 secondi di margine.

Delusione per il Cetliar Racing, formazione tutta italiana al debutto in quel di Daytona. La Dallara LMP2 di Antonio Fuoco, Giorgio Sernagiotto, Andrea Belicchi e Roberto Lacorte conducono le operazioni fino a sabato notte, quando un problema tecnico di natura non specificata li manda a muro. Fuori dalla gara anche Robert Kubica, fermato quasi subito da un guasto sulla sua Oreca della Highclass Racing.


Quei piloti di Formula 1 che hanno vinto la 24 ore di Daytona


24 ore di Daytona 2021: la gara della GTLM

La classe GTLM è un confronto a tre tra Corvette e BMW. Le C8R si scambiano le posizioni tra loro e con le BMW M8 di Rahal, in un andirivieni che si conclude solo sotto la bandiera a scacchi. Jordan Taylor, Antonio Garcia e Nick Catsburg battono la vettura gemella di Nick Tandy, Tommy Milner e Alexander Sims, in un gioco dove le strategie ed i piccoli errori fanno la differenza. Ne sa qualcosa Bruno Spengler, che al pronti-via tampona la Porsche di Cooper MacNeil e si becca un drive through che costa il podio al suo team. Podio che va alla vettura gemella di Marco Wittmann, John Edwards, Jesse Krohn e Augusto Farfus.

La Ferrari del Risi Competizione deve invece accontentarsi della quarta piazza di classe. Alessando Pier Guidi, Davide Rigon e Jules Gounon pagano un Balance of Performance sfavorevole, che priva la 488 GTE di una buona velocità di punta. Daytona è l’unica presenza confermata da Giuseppe Risi: non sappiamo se farà altre gare dopo questa.

La gara della GTD

La classe GTD rinnova la sfida Ferrari-Mercedes per certi versi simile a quanto abbiamo visto in F1. La 488 GT3 di AF Corse, guidata da Matteo Cressoni, Nicklas Nielsen, Daniel Serra e Simon Mann è in lotta per la vittoria, quando un doppiaggio maldestro da parte di Cressoni non costa una foratura, nonché danni pronunciati alla carrozzeria. Via libera alle AMG-GT3 di Winward Racing e SunEnergy1 a scambiarsi la prima posizione. Alla fine la spunta la prima, con Maro Engel, Philip Ellis, Indy Dontje e Russell Ward, a precedere Kenny Habul/Raffaele Marciello/Mikael Grenier/Luca Stolz. Chiude il podio di categoria la Lamborghini Huracan della Paul Miller Racing, guidata da Madison Snow, Bryan Sellers, Corey Lewis ed il pescarese Andrea Caldarelli.


Classifica di gara