Pedro Acosta è un fenomeno, è ufficiale. Dopo un GP di Germania finalmente spettacolare, senza le solite meline da Moto3, il rookie di casa Ajo firma un capolavoro. Con un giusto misto tra aggressività e precisione, il 16enne di Murcia centra il quarto successo in carriera, al termine di una battaglia “vera”. Kaito Toba centra la seconda posizione, mentre il gradino più basso del podio parla italiano con un Dennis Foggia super. Jeremy Alcoba è terzo al traguardo, ma è retrocesso al quarto posto per track limits. Andrea Migno è l’ultimo della top five, dopo aver annusato la zona podio. Niccolò Antonelli, Sergio Garcia, Tastuki Suzuki, Xavi Artigas e Izan Guevara completano la top ten.
GP Germania Moto3: qual è il momento chiave della gara?
Il Sachsenring è una pista dove la guida conta più della scia, quindi c’è meno spazio per le tattiche e più per la bagarre. Il risultato è una grande battaglia pulita, con rimonte spettacolari. Acosta parte tredicesimo ma dopo pochi giri è già in lotta per il podio. Anche Garcia recupera alla grande, rimediando alla modesta 14esima casella di partenza. Il segreto di entrambi sono le staccate, che permette loro di superare anche più di due avversari alla volta. Pedro incrocia il suo destino con un Dennis Foggia indiavolato, che passa più giri in testa di tutti, e forte di un ottimo T2.
GP Germania Moto3: la prima di Salac nelle qualifiche
Una serie di cadute comporta la “scrematura” del gruppo. Al 13esimo giro Deniz Oncu falcia Lorenzo Fellon, in lotta per la top ten prima di allora. Ma l’episodio più clamoroso è del 15esimo giro, in cui Jaume Masia sbaglia la staccata e colpisce la ruota posteriore di Foggia. Lo spagnolo cade, rischiando di coinvolgere anche il romano. Subito dietro, Ryusei Yamanaka perde il posteriore e fa strike, colpendo involontariamente Stefano Nepa. Romano Fenati deve finire nella ghiaia per evitare di cadere, finendo indietro. Ciò riduce il numero dei contendenti alla vittoria a soli 9 piloti, sufficienti per un finale thrilling.
La “move of the race”
Gli ultimi due giri decidono il destino del GP. Acosta inizia l’ultima tornata in testa, ma Foggia gli risponde subito in cuvra 8. Ma l’alfiere Leopard finisce lungo, facendosi sfilare da Toba e da un Jeremy Alcoba troppo arrembante. L’errore costa carissimo al laziale, che da primo sfila quarto. Viene poi rimesso in terza posizione, complice la penalità di Alcoba. Lo spagnolo al penultimo giro eccede con i track limits e non restituisce la posizione subito, pagando dazio nel post gara. I track limits stravolgono la classifica dal sesto in poi, con Garcia (che perde il podio per una staccata assassina di Alcoba) e Suzuki che perdono una posizione per le troppe volte passate sul “verde”. Ne approfitta Antonelli, che guadagna due piazze “d’ufficio”. Ottima 12esima posizione per Elia Bartolini, alla sua terza uscita al di fuori dell’Italia.
Immagine in evidenza di Red Bull Content Pool, per gentile concessione