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Addio a Mario Corso, il mancino della grande Inter di Herrera

Il calcio italiano piange un altro grande protagonista della sua storia. È scomparso, all’età di 78, Mario Corso, terzino sinistro della grande Inter di Herrera. Era ricoverato da giorni all’ospedale di Verona.

Ha legato quasi tutta la sua carriera al club nerazzurro nel quale ha militato dal 1953 al 1973 per poi chiudere la carriera nel 1975 al Genoa, dove non mancò di farsi notare tanto da essere inserito nella Hall of fame per i suoi due anni trascorsi in maglia rossoblu.

Mario Corso e l’ Inter

In maglia nerazzurra ha collezionato 509 presenze, segnando 94 reti e vincendo 4 campionati nazionali, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali. Guidò l’ Inter anche da allenatore subentrando all’esonerato Ilario Castagner nella stagione 1985-86 chiudendo al sesto posto in classifica.

Mario Corso e la Nazionale

Soprannominato Piede sinistro di Dio e celebre per la punizione a foglia morta, visse un rapporto tormentato con la Nazionale italiana per i continui contrasti con l’allora ct Edmondo Fabbri, che non lo convocò mai per un Mondiale o un Europeo. Esordi in maglia azzurra nel 1961 contro l’ Inghilterra, firmando nello stesso anno le due reti contro l’Israele che valsero la qualificazione ai Mondiali del Cile del 1962.

Malgrado la scarsa considerazione con la maglia italiana, fu comunque candidato per tre volte al Pallone d’oro, classificandosi settimo nell’edizione del 1964, e venne inserito dalla Fifa nella formazione del Resto del Mondo in occasione dell’addio al calcio del grande portiere Riccardo Zamora.

Di lui Pelé ha detto: “Lo avrei voluto nel mio Brasile: questo per far capire ai giovani la portata della classe del mio amico. Addolorato anche Massimo Moratti: “Era il mio preferito della Grande Inter, ma anche mio padre lo adorava, e lui rimase sempre vicino alla mia famiglia. Tecnica sopraffina, gioco in controtempi, le punizioni….Era davvero un piacere vederlo giocare…”.