Dopo due weekend di gara in cui Pirelli ha fornito mescole più morbide, la nuova mescola di pneumatici C1 del produttore milanese farà il suo ritorno questo fine settimana quando la F1 scenderà in pista a Zandvoort per il Gran Premio d’Olanda. Balázs Szabó, senior writer di F1Technical, analizza le caratteristiche del tracciato e le mescole degli pneumatici per il round di Zandvoort di questo fine settimana.
Dopo la meritata pausa estiva, la Formula 1 torna in azione con Zandvoort che ospiterà il 33° Gran Premio d’Olanda di Formula 1. Il tracciato ha ospitato per la prima volta una gara di F1 nel 2004. Il circuito ha ospitato per la prima volta una gara di F1 nel 1952, con la vittoria del ferrarista Alberto Ascari nel primo Gran Premio d’Olanda. Zandvoort è stato più volte inserito nel calendario della F1 e tornerà in calendario nel 2021 dopo 35 anni di assenza.
La scuderia di maggior successo a Zandvoort è la Ferrari con otto vittorie, mentre il pilota con il maggior numero di vittorie (4) è Jim Clark.
Il circuito è stato costruito tra le dune di sabbia vicino al Mare del Nord dopo la Seconda Guerra Mondiale e si dice che l’inglese Sammy Davis abbia consigliato l’Automobile Racing Club olandese sul tracciato.
Il tracciato è noto per la sua natura stretta e tortuosa, ma le sue caratteristiche sono definite anche dalle sezioni di sponda di molte delle sue curve. In realtà, la sponda è ancora una caratteristica relativamente nuova del tracciato di Zandvoort, in quanto si tratta di una soluzione introdotta nel 2021 per favorire i sorpassi su una pista in cui era notoriamente difficile effettuare un sorpasso.
La soluzione, suggerita dal compianto Charlie Whiting e supervisionata dall’architetto italiano Jarno Zaffelli, è stata quella di introdurre un banking di 18 gradi alla curva 3, intitolata a Hugenholtz, e all’ultima curva – che, opportunamente, è già stata dedicata ad Arie Luyendyk, due volte vincitore della 500 Miglia di Indianapolis, dove il banking è di soli nove gradi. Inoltre, anche la prima curva, Tarzan (presumibilmente il soprannome di un agricoltore locale, che ha accettato di vendere la sua terra solo se una curva fosse stata intitolata a lui) presenta un banking, anche se in misura minore.
Per quanto riguarda la scelta dei pneumatici per questo fine settimana: la mescola C1 è nominata al Gran Premio d’Olanda come P Zero White hard, C2 come P Zero Yellow medium e C3 come P Zero Red soft. Si tratta della stessa scelta degli ultimi due anni (da quando Zandvoort è tornato in calendario) con la differenza che l’attuale mescola C1 è più morbida delle precedenti.
Sulla carta, la strategia più veloce è quella delle due soste, ma è possibile fermarsi una sola volta con un’attenta gestione degli pneumatici. La maggior parte dei piloti ha completato il Gran Premio d’Olanda dello scorso anno con tre soste, anche se è stata una tardiva fase di safety car a motivare i piloti a rientrare ai box per acquistare pneumatici freschi.
Pirelli ha indicato pressioni di partenza relativamente alte per questo fine settimana. Per i pneumatici anteriori, la pressione di partenza è di 24,0 psi, mentre il limite è fissato a 21,0 psi per i posteriori. Il limite di camber è di -3,00° per gli anteriori e di -2,00° per i posteriori.
Mario Isola, Direttore Motorsport Pirelli, ha commentato: “La seconda parte della stagione prende il via con una gara unica. Il Gran Premio d’Olanda si svolge a Zandvoort: una delle piste tradizionalmente più impegnative del calendario che è tornata nel calendario della Formula 1 tre anni fa sull’onda di tutto il sostegno locale a Max Verstappen, che ha ripagato ampiamente i suoi fan con una coppia di vittorie nelle ultime due gare. Si tratta di un tracciato molto tortuoso, con due curve con sponde – la curva 3 e la curva 14 – più ripide di quelle di Indianapolis, per fare un paragone.
“In curve come questa lo stress sui pneumatici è maggiore rispetto a quello che si avrebbe in curve normali, poiché le forze verticali aumentano con le velocità molto più elevate dovute al banking. Abbiamo portato gli stessi pneumatici del 2022, almeno per quanto riguarda i nomi: C1, C2 e C3.
“Tuttavia, l’attuale C1 è in realtà una nuova mescola per quest’anno, posizionata tra la C2 e la precedente C1, che ora si chiama C0. L’anno scorso, in una gara caratterizzata da due neutralizzazioni, ben 14 piloti – tra cui i primi tre classificati – hanno utilizzato tutte e tre le mescole, sottolineando la grande varietà di opzioni a disposizione degli strateghi al muretto dei box”, ha concluso Isola.