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Arabia F1: la gara era in bilico dopo l’attacco missilistico

Il governo dell’Arabia Saudita ha spiegato che non avrebbe avuto alcuna esitazione ad annullare il Gran Premio di F1 di questo fine settimana se avesse ritenuto che la minaccia per l’evento fosse credibile. L’attacco missilistico nelle vicinanze della pista ha provocato ansia e paura per i piloti che si sono riuniti venerdì 25 Marzo per quattro ore dopo le prove libere che ha visto vincere Charles Leclerc, mentre ieri 26 Marzo Perez ha conquistato la qualifica. La gara quindi sarebbe stata annullata se la sicurezza non fosse stata garantita, ma il tutto poi è rientrato.


GP Jeddah: i piloti correranno, nonostante gli attacchi


Arabia F1: la gara continua

Un attacco missilistico da parte di Houtis su un impianto petrolifero a circa 20 km dal circuito di Jeddah ha portato ad una serie di riunioni di emergenza nel paddock per discutere del destino del Gran Premio di Formula 1. Tuttavia dopo che i vertici della F1, i team ed i piloti si sono incontrati con le autorità locali per avere una spiegazione dettagliata di ciò che stava accadendo, e di quali fossero le misure di sicurezza in atto. Dopo l’incontro è stato quindi concordato di proseguire con l’evento. Il Ministro dello sport dell’Arabia Saudita, sua Altezza Reale il principe Abdulaziz Bin Turki Al-Faisal, è stato chiaro nel dire che le decisioni sono state basate su informazioni dettagliate delle agenzie di sicurezza, quindi non si può dire che gli organizzatori dell’evento abbiano ignorato ciecamente dei potenziali rischi. Parlando ad alcuni media tra cui Motorsport.com, Al-Faisal ha detto che in base alle operazioni di sorveglianza non c’era alcun rischio per il circuito di Jeddah.

Arabia F1: che cosa ha detto Abdulaziz?

Il Principe Abdulaziz ha detto: “Tutte le agenzie di sicurezza era in massima allerta per qualsiasi minaccia. Tutto è sotto sorveglianza 24 ore su 24, in termini di da dove potrebbe arrivare una minaccia e di cosa si possa fare per reagire. Abbiamo livelli di sicurezza molto alti per ospitare un evento del genere e sappiamo che è riconosciuto come un evento molto importante, perché i media sono tutti qui. Ce ne siamo resi conto fin dall’inizio. Se vedete ciò che è accaduto, è successo alla periferia della città. Non ci sono state vittime ed era solo un serbatoio di carburante che stava bruciando. In realtà stavo atterrando all’aeroporto proprio in quel momento. Se ci fosse stata una minaccia all’evento, allora state certi che avremmo cancellato la gara. Ma non c’è nessuna minaccia ed è quello che abbiamo spiegato a tutti”.

La sicurezza della pista non è stata attaccata

Mentre l’attacco all’impianto petrolifero è avvenuto in un’area visibile anche dalla pista di Jeddah, Al-Faisal ha spiegato che il sistema di difesa missilistica che protegge il tracciato non copre quell’area della città. “Non si può coprire tutto il regno”, ha detto. “Così le agenzie di sicurezza coprono le aree dove è condensata più popolazione, che sono quelle che devono essere coperte. Quel posto non è stato coperto perché non è una minaccia per nessuno. Dai feedback che abbiamo ricevuto, siamo stati fortunati che sia successo lì, ma c’è stata anche un po’ di sorpresa che sia accaduto in quell’area. Dunque, non c’è stata alcuna violazione alla sicurezza. Ma, come ho detto, la zona in cui ci troviamo, la città stessa, gli hotel, sono in piena sicurezza, perché sono state prese tutte le misure necessarie per assicurarsi che non accada nulla”. Anche se l’attacco ha messo in ombra il fine settimana saudita, Al-Faisal è convinto che cedere ai terroristi sia un’opzione che non dovrebbe essere presa in considerazione in nessun paese.

Tutti uniti contro il terrorismo

Abdulaziz ha dichiarato: “La gente non vuole che queste cose accadano nella nostra regione. Se si guarda intorno a noi, ci sono problemi in tutte le direzioni. Se si guarda a Iraq, Libia, Libano, Siria e Yemen. Tutte queste aree hanno problemi. Vogliamo solo andare avanti con le nostre vite. Vogliamo prosperare e vogliamo una buona buona qualità della vita. Questo è il nostro obiettivo, avere un futuro sostenibile per i nostri figli e per crescere. Ma non possiamo farlo da soli. Dobbiamo fare in modo che la comunità internazionale condanni questi attacchi e metta fine a tutto questo in qualsiasi parte del mondo. Potete vedere cosa sta succedendo in Europa ora. Chi avrebbe mai immaginato che potesse succedere in Europa?. Non voglio entrare nei dettagli, ma potrebbe accadere ovunque nel mondo. Ma se tutti noi, come comunità Internazionale, non prendiamo una posizione contro la distruzione del mondo, allora non prospererà nulla”.

Arabia F1: la battaglia per la pace è globale

“So che ci sono tante immagini, ma anche tante falsificazioni che sono uscite. E questa non è una buona cosa. Ma dobbiamo affrontare la cosa per tutti, per cercare di inviare un messaggio che sia positivo e non negativo. Se ci fossimo arresi alle loro azioni, avrebbero vinto loro. E questo gli darebbe la spinta a riprovarci ancora. Quindi penso che il messaggio forte che dobbiamo dare qui sia chiaro: questo non è un problema dell’Arabia Saudita, è un problema della comunità Internazionale”. Al-Faisal è stato chiaro, tuttavia che questo settimana potrà essere utile per apprendere delle lezioni, anche se ritiene che il sistema di sicurezza del circuito di Jeddah sia già il migliore possibile. “Abbiamo fiducia nel sistema che abbiamo. Ma, naturalmente, si vive e si impara. Con tutto quello che facciamo, siamo una nazione in via di sviluppo e stiamo prosperando verso il futuro, quindi vogliamo eccellere nel fornire il meglio a chiunque venga in Arabia Saudita. Sono sicuro che le agenzie di sicurezza valuteranno ed entreranno nei dettagli di queste azioni e, se c’è un passo che dobbiamo fare, lo faremo per assicurare più sicurezza per tutti in Arabia Saudita”, ha concluso Abdulaziz.

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