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Babe Ruth: il mitico giocatore di baseball che si ritirò nel 1936

Oggi ricordiamo Babe Ruth, il giocatore di baseball statunitense nella Major League Baseball (MLB).

Soprannominato “Il Bambino” e “The Sultan of Swat“.

Ha iniziato la sua carriera come lanciatore mancino per Boston Red Sox ma ebbe i maggiori successi come esterno per i New York Yankees.

Ruth è uno dei più grandi eroi della cultura sportiva statunitense.

Ed è considerato da molti come il più grande giocatore di baseball di tutti i tempi.

Nel 1936 Ruth è stato introdotto nella Baseball Hall of Fame come uno dei cinque membri inaugurali.

Leggi anche: Baseball, tennis e calcio: in quali Paesi sta ripartendo lo sport.

L’infanzia di Babe Ruth

Babe Ruth (il cui vero nome è George Herman) nasce il 6 febbraio 1895 a Baltimora, al 216 di Emory Street, in un casa del Maryland presa in affitto dal nonno materno, un immigrato dalla Germania.

Il piccolo George è un bambino particolarmente vivace: salta spesso la scuola, e non di rado si lascia andare a qualche furtarello.

A soli sette anni, già completamente sfuggito all’autorità dei genitori, mastica tabacco e beve alcol.

Viene quindi spedito alla St. Mary’s Industrial School for Boys, un istituto gestito da frati.

Qui incontra Padre Matthias, la figura che più diventerà influente per la sua vita.

È lui, infatti, a insegnargli a giocare a baseball, a difendere e a lanciare.

George, in virtù di una notevole caparbietà, viene nominato ricevitore della squadra della scuola, mostrando doti importanti.

Ma, quando un giorno padre Matthias lo spedisce sul monte di lancio per punizione (aveva deriso il suo lanciatore), capisce che il suo destino è un altro.

La Carriera di Babe Ruth

Il ragazzo viene segnalato a Jack Dunn, manager e proprietario dei Baltimore Orioles, team di una lega minore.

Il diciannovenne Ruth viene ingaggiato nel 1914, e spedito allo spring training, vale a dire l’allenamento di primavera che anticipa l’inizio della stagione agonistica.

Guadagnatosi ben presto il posto in squadra, ma anche il soprannome di “Bambino di Dunn” (“Dunn’s Babe”).

Sia per il suo talento prematuro che per i suoi comportamenti talvolta infantili, esordisce ufficialmente il 22 aprile di quell’anno, contro i Buffalo Bisons in International League.

Gli Orioles si rivelano la squadra migliore della lega nella prima parte di stagione, a dispetto di una condizione finanziaria non eccellente e della concorrenza di un’altra squadra della città in Federal League.

E così, Ruth viene ceduto, insieme ad altri compagni, per far quadrare i conti, e finisce ai Boston Red Sox di Joseph Lannin per una cifra compresa tra i venti e i trentacinquemila dollari.

Babe Ruth milita nel Boston Red Sox

Per quanto bravo, nella sua nuova squadra George deve fare i conti con una concorrenza agguerrita, soprattutto tra i mancini.

Utilizzato molto raramente, viene spedito ai Providence Grays per giocare nell’International League, nel Rhode Island.

Qui, aiuta la sua squadra a vincere il titolo, e si fa desiderare dai Red Sox, che lo richiamano a fine stagione.

Tornato nella Mahor League, Ruth si fidanza con una cameriera, Helen Woodford, conosciuta a Boston, e la sposa nell’ottobre del 1914.

Nella stagione successiva parte come lanciatore titolare.

Il suo bilancio in squadra è di diciotto vittorie e otto sconfitte, condite da quattro fuoricampo.

Uscito, in occasione delle World Series (vinte per 4 a 1), dalla rotazione dei lanciatori, e rientratovi nella stagione successiva, Ruth si rivela il lanciatore migliore dell’American League.

Con una media di punti guadagnati sul lanciatore di 1.75.

Il bilancio parla di ventitre partite vinte e dodici perse, con un totale di nove shut-out.

Il risultato? Un’altra vittoria nelle World Series, con una completa di quattordici inning contro i Brooklyn Robins.

1917: un anno importante per Babe Ruth

Il 1917 è altrettanto positivo a livello personale, ma l’accesso alla post-season viene negato dagli strepitosi Chicago White Sox, protagonisti di cento partite vinte.

Si capisce, in quei mesi, che il vero talento di Ruth non è tanto (o non solo) quello del lanciatore, ma quello del battitore.

I suggerimenti opposti dei suoi compagni di squadra, credono che il suo spostarsi verso l’esterno potrebbe accorciare la sua carriera.

Invece nel 1919 Babe è ormai un esterno completo, e in 130 partite si posiziona sul monte di lancio solo diciassette volte.

È quello l’anno in cui stabilisce il record di ventinove fuoricampo in una stagione sola.

Il suo mito, insomma, comincia a diffondersi, e sempre più gente accorre negli stadi solo per vederlo giocare.

Le sue prestazioni, per altro, non risentono del peggiorare della sua forma fisica.

Ruth, a soli ventiquattro anni, appare piuttosto pesante e con gambe possenti.

Gambe che comunque gli permettono di correre sulle basi con una discreta velocità.

I Red Sox in quegli anni attraversano una situazione economica complicata.

La società nel 1919 rischia di fallire, complici gli investimenti sbagliati del proprietario Harry Frazee in ambito teatrale.

Per questo motivo, Ruth il 3 gennaio del 1920 viene venduto ai New York Yankees, all’epoca una squadra di seconda divisione, per una cifra di 125mila dollari (oltre a un prestito di altri 300mila dollari).

Le ultime stagioni di Babe Ruth

Nella Grande Mela, il giocatore si dimostra molto volenteroso e si allena con particolare dedizione.

Dopo aver soffiato il posto a George Halas (che, lasciato il baseball per questo motivo, fonderà la NFL di football e i Chicago Bears), diventa lo spauracchio dei lanciatori avversari.

Con delle statistiche d’attacco eccezionali.

Con cinquantaquattro fuoricampo cancella il record precedente, e mette a segno 150 basi ball.

La musica non cambia la stagione successiva, con 171 punti battuti a casa e un nuovo record di fuoricampo, il terzo consecutivo, a quota cinquantanove.

Gli Yankees, grazie a lui, giungono alle World Series, dove vengono sconfitti dai Giants.

Invitato, nel 1921, dalla Columbia University a eseguire alcuni test fisici, Babe Ruth mette in mostra risultati eccezionali.

Con una capacità di muovere la mazza a 34 metri al secondo di velocità.

Diventato nel 1922 capitano in campo, viene espulso pochi giorni dopo la nomina a causa di una contestazione all’arbitro, e per protesta sale sugli spalti litigando con uno spettatore. 

Il periodo buio di Babe Ruth fino al ritiro dall’attività sportiva

 In quello stesso anno, verrà sospeso altre volte.

Segno di una crisi professionale accentuata dalla lontananza dalla moglie Helen (restia ad affrontare lo stile di vita del marito).

E inoltre soffre anche la mancanza della figlia adottiva Dorothy (in realtà sua figlia biologica, nata da un rapporto avuto dal campione con un’amica).

E così, Ruth si dedica sempre di più ad alcol (illegale al tempo), cibo e donne.

Mentre in campo il rendimento è altalenante.

Helen muore nel 1929 a causa di un incendio, quando è praticamente separata da suo marito, ma non divorziata (entrambi sono cattolici).

Babe Ruth al tempo frequenta una cugina di Johnny Mize, Claire Merrit Hodgson, che sposerà poco dopo essere diventato vedovo.

Nel frattempo, le sue performances sportive calano progressivamente, sia perché viene scelto come titolare con minore frequenza, sia a causa di una vita sociale esuberante.

La Morte di Babe Ruth

Al Forbes Field di Pittsburgh, in Pennsylvania, il 25 maggio 1935 Babe Ruth fece il suo 714 fuoricampo, l’ultimo in carriera, stabilendo un record che durò per 39 anni. Il 2 giugno annunciò il suo ritiro.

Babe Ruth morì di cancro alla gola a New York nel 1948 all’età di 55 anni.

Fu sepolto a Hawthorne, New York.

Il Babe Ruth Museum è ospitato nella sua casa natale, al 216 di Emory Place a Baltimora.

Due isolati a nord ovest di Oriole Park at Camden Yards, lo stadio degli Orioles, che si trova nel luogo dove sorgeva il saloon gestito dai genitori di Ruth.