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Blancpain GT Series, centro di Gran Turismo permamente

Per chi ama le corse di gran turismo e le gare di durata, il Blancpain GT Series rappresenta il centro di gravità permanente della categoria. All’interno di questa sigla, infatti, si nasconde una vera e propria galassia di campionati, caratterizzati da un’altissima partecipazione e tanta, tanta varietà. E soprattutto, grande spettacolo.

Un successo globale

Il Blancpain GT nasce nel 2011 dall’idea della SRO. Il fondatore, Stephane Ratel, è sempre stato coinvolto nell’organizzazione di gare di GT per conto della federazione internazionale. Autore di grandi successi (come la serie BPR degli anni ’90 con le fantastiche GT1) e di flop clamorosi (come le ultime edizioni del FIA GT), Ratel ha forse superato se stesso con la Blancpain Series. L’idea di riservare i suoi campionati alle GT3 è stata vincente, in quanto si trattano di vetture estremamente popolari.

Il segreto del successo delle GT3 nasce dal fatto che fin dalle origini, nell’ormai lontano 2006, questa classe è stata concepita come customer racing, ovvero allo scopo di produrre le vetture in piccola serie e di venderle ai clienti sportivi. Inoltre, l’assenza di un regolamento di base permette al costruttore di elaborare il mezzo come meglio preferisce, con il risultato di una grande varietà tecnica. Il tutto a costi chilometrici vantaggiosi per i team, meno della metà rispetto alla massima espressione tecnologica del gran turismo, la GT Endurance.

Il risultato finale di questa combinazione è presto detto: una media di oltre 50 vetture a gara, e ben 11 marchi diversi rappresentati. E naturalmente, auto da sogno in versione da pista.

Il Blancpain GT Series si compone di due campionati principali, la Endurance Cup e la World Challenge Europe. La prima si compone di gare di durata, almeno tre ore, a cui si aggiunge una classica dell’automobilismo globale come la 24 ore di Spa. La World Challenge Europe, invece, propone una coppia di gare sprint (non più di un’ora), mantenendo però il tratto tipicamente endurance dei cambi pilota. Le due serie sono composte di cinque gare ciascuno, con una classifica assoluta a fine stagione.

Gli equipaggi dei team sono selezionati in base alla classe di appartenenza: Pro Cup, Silver Cup, Pro-Am e Am. I criteri di selezione si basano sul “medagliere” della FIA, che suddivide i piloti in quattro categorie (Platinum, Gold, Silver, Bronze) in base al loro livello di guida. Platinum è riservata ai piloti ex di F1, mentre Bronze è per chi corre solo la domenica, e fa altro nella vita. In mezzo, troviamo gli specialisti delle gare di medio livello (Gold), e i piloti appena usciti dalle formule o dai monomarca (Silver). La Pro Cup è riservata ai Platinum, mentre la Silver Cup è per i Gold e i Silver. La Am è esclusivamente amatoriale, mentre la Pro-Am è una classe mista in cui possono correre praticamente tutti, tranne i Platinum.

Oltre alla GT series, altri campionati appartengono alla galassia SRO. C’è il campionato statunitense (World Challenge America), quello asiatico (World Challenge Asia), e l’Intercontinental GT Challenge. Questa serie, nata nel 2016, questo campionato si compone di gare ancora più lunghe (da 8 a 12 ore), in piste leggendarie come Bathurst, Laguna Seca e Kyalami. E comprende anche la 24 ore di Spa.

Così nel 2019

Il 2019 della Blancpain GT Series parla italiano. Andrea Caldarelli e Marco Mapelli hanno conquistato il titolo al volante della loro Lamborghini Huracan GT3. Il duo italiano ha fatto sua anche la World Challenge Europe, il tutto nell’ultima gara di Barcellona. Il duo del team cinese FFF ha sbaragliato una concorrenza niente male, come quella del Black Falcon Racing. Il team tedesco è rappresentante di spicco della Mercedes, come dimostra l’equipaggio composto da Maro Engel e Luca Stolz. Ai due rappresentanti della stella non è bastato il terzo posto di Spa, e la vittoria della prima manche di Silverstone per battere i rivali. Alla fine lo scarto è di un solo punto.

Chiude il podio la Lamborghini del Grasser Racing, con Christian Engelhart e Mirko Bortolotti. La coppia ha pagato la squalifica nelle prove di Zandvoort, a causa di una mancata trasmissione di dati dalla telemetria. Partiti dal fondo, hanno recuperato fino al secondo posto, compromettendo in parte la rincorsa al titolo. Altro italiano protagonista è Raffaele Marciello, quarto assoluto con la Mercedes dell’ AKKA ASP. Settima piazza per Davide Rigon e per la prima Ferrari, quella dell’ SMP Racing. la compagine russa si è avvalsa anche dell’ex pilota IndyCar Mikahil Aleshin.

Positivo il debutto della nuova Aston Martin Vantage, trionfatrice nella seconda gara Sprint del Nurburgring. La vettura inglese è gestita dal R-Motorsport, la stessa scuderia che rappresenta il marchio inglese nel DTM. La Porsche ha conquistato la 24 ore di Spa, con il GPX racing e i piloti ufficiali Kevin Estre e Richard Lietz, più il titolo Intercontinental GT Challenge con Dennis Olsen. Il norvegese, che ha corso con il Frikadelli Racing specialista della 24 ore del Nordschleife, ha conquistato due vittorie su cinque gare, battendo l’ufficiale Mercedes Maximillian Götz.