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Buffeting: il caso dell’ala di Formula 1 che svolazza

Ci avete fatto caso? Quando si apre il DRS, l’ala della Red Bull inizia a muoversi, quasi ad imitare lo sbattere delle ali di una farfalla. Il fenomeno si chiama buffeting, e sta diventando un vero leit-motiv di questa stagione di Formula 1 lunga, avvincente ma anche stressante. Il fenomeno dell’ala della RB16 che svolazza sta facendo discutere il paddock, soprattutto perché c’è chi vede in questo un vantaggio aerodinamico. Non è così. Qui vi spieghiamo il perché.

Formula 1: cos’è il buffeting?

Il fenomeno ha a che vedere con i flussi aerodinamici che investono l’ala posteriore. Quando il DRS viene attivato, il profilo superiore si muove, raggiungendo l’incidenza minima. Questo aiuta a ridurre il drag generato dal profilo stesso, ma per essere efficace ha bisogno di “vincere” delle resistenze. L’attuatore che solleva l’ala è idraulico, ed esercita una forza elevata. Quando questa non è sufficiente, allora il pezzo è maggiormente soggetto alla forza di depressione che si crea sotto il profilo stesso. Per qualche ragione, sotto il profilo dell’ala si crea una “sacca” d’aria dalla pressione instabile, che tende a spingere il pezzo verso l’alto e verso il basso ad intervalli irregolari. Questa spinta è il buffeting vero e proprio. Se vi state chiedendo perché questo fenomeno capita solo alla Red Bull, c’è una spiegazione piuttosto semplice. Le monoposto anglo-austriache hanno un attuatore piuttosto piccolo, che evidentemente non esercita una forza sufficiente per contrastare gli effetti del vortice di depressione. In Qatar abbiamo visto i meccanici mettere mano ai dispositivi delle monoposto di Verstappen e Perez, durante le prove libere.

Ci sono vantaggi?

Alla luce di questo ragionamento, vien da sé che il buffeting non da alcun vantaggio ad una monoposto di Formula 1, anzi. Questo continuo ondeggiare mette a dura prova la resistenza dell’ala, che potrebbe creparsi o addirittura spezzarsi. Senza contare che un’apertura del DRS non stabile rischia di ridurne l’efficacia. La polemica sui presunti vantaggi del fenomeno nasce dalle lamentele della Mercedes dopo il Brasile. Il team anglo-tedesco ha più volte accusato la FIA di doppiopesismo sulla questione delle ali posteriori. Secondo Toto Wolff, la Federazione ha consentito alla Red Bull di rimettere mano più volte ai loro alettoni per “aggiustarli”, mentre alla Stella è stato impedito di rimediare ad una vite allentata, causa della squalifica ad Interlagos. Ma si tratta di una polemica strumentale, perché alla Red Bull la concessione è stata fatta su richiesta per motivi di sicurezza. Perché non lo hanno chiesto anche loro?


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Immagine in evidenza di Red Bull Content Pool, per gentile concessione