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Champions a rischio per la Juve: perde a Bergamo

Nel giorno in cui nasce la Superlega riservata ai migliori club, la squadra di Pirlo perde a Bergamo (1-0). Quindi Champions a rischio per la Juve. Ora è quarta, ma Napoli e Lazio la braccano a un paio di punti. Sembra invece dire addio ai sogni Champions la Roma, che perdendo al “Grande Torino” contro il Toro (3-1), tiene viva solo più la speranza di vincere l’Europa League, per approdare in Champions la prossima stagione. In testa al Campionato l’Inter si ferma a Napoli (1-1), dopo undici vittorie consecutive. Ma certo lo scudetto è già cucito sulle casacche nerazzurre della prossima stagione.

Champions a rischio per la Juve: perde la quinta partita in campionato

La Juve a Bergamo doma la squadra di Gasperini meglio che all’andata (1-1), ma alla fine perde. Champions a rischio quindi per la Juventus, che si è fatta sopravanzare dall’Atalanta (ora terza). Adesso la Juve ha ancora un vantaggio sul Napoli di due punti e quattro sulla Lazio, ma il club di Lotito deve ancora recuperare la partita del Torino dello scorso mese. Ieri la squadra di Pirlo ha cercato in tutti i modi di portare a casa almeno un punto, cercando di non farsi superare dai bergamaschi, ma alla fine della fiera è poi crollata per mano di un’autorete di Alex Sandro. L’Atalanta non ha messo il proprio avversario sotto scacco come di solito fa con le altre squadre. Ma anche la squadra del Gasp non voleva perdere questa partita, perché voleva dire lasciare un break ai bianconeri.

Senza Cristiano Ronaldo in campo, la Juve, ancora una volta, non è riuscita a fare risultato e questo la dice lunga sulla personalità di questa squadra, a cui si vorrebbe cambiare la pelle. Purtroppo ormai viviamo in un calcio impazzito, troppo stressante, perché sarebbe quasi naturale che dopo nove scudetti di fila si potrebbe fallire una stagione (oppure capire che è un ciclo ormai volto al termine). Ma forse la paura di fallire su un piano economico è una paura troppo grande per essere gestita. Una volta succedeva poco o niente, se fallivi il tuo obiettivo stagionale. Licenziavi magari l’allenatore e finiva lì, ti concentravi poi sulla nuova stagione. Invece adesso si rischia il collasso economico e si corre poi il rischio di non riuscire nel breve a rientrare nel gruppo di quelli che contano. Adesso la Champions è a rischio per la Juve e la paura per il club torinese si fa grande.

Se la Juve è a rischio Champions, l’Inter è sempre più vicina alla meta

Come sta succedendo in questo ultimo periodo, è sempre l’Inter a decidere la partita: nel bene e nel male. È sempre lei ad avere il pallino in mano e decidere come vuole fare andare la partita. Ieri per esempio ha mandato in vantaggio il Napoli con un’autorete del proprio portiere Handanovic, ma poi ha reagito, colpendo un palo e una traversa con Lukaku ed ha pareggiato con una bella conclusione di Eriksen.

Ormai per l’Inter lo scudetto è una cosa certa. Conte potrebbe già pensare a come migliorare questa squadra. Manca qualcosa? Forse, sì. Potrebbe cambiare modulo di gioco? Forse, anche. Potrebbe per esempio passare a una difesa a quattro, per cercare di avere una migliore qualità in avanti. 4-3-3, 4-3-1-2, 4-2-3-1. Sono molte le soluzioni che si potrebbero trovare. Per quanto riguardo i titolari forse ci vorrebbe un uomo di fascia di sinistra di grande spessore e in difesa un giocatore veloce. Poi forse a centrocampo ci vorrebbe un giocatore di qualità e muscoli. Per la panchina invece bisognerebbe trovare un giocatore di livello, per riuscire a fare rifiatare una volta tanto Lukaku, anche solo per venti minuti a partita. Poi gente come Sensi se riuscisse ad inserirsi in un modulo di gioco, non sarebbe un male per il futuro gioco dell’Inter.

Questa Superlega non piace a nessuno

È notizia di queste ore che è andata a formarsi la Superlega tra 12 grandi club: Juve, Inter, Milan, Barcellona, Real Madrid, Atletico Madrid, Manchester Utd, City, Arsenal, Chelsea, Tottenham e Liverpool. La notizia non ha certo entusiasmato gli appassionati del pallone che già vedono mortificata la propria passione. È un’idea sbagliata quella di riunire in un unico campionato le squadre più seguite dai tifosi: il calcio non è la NBA o uno sport americano.

Questa Superlega non tiene conto della passione per cui i tifosi seguono il calcio. I tifosi adorano il calcio perché vive di passioni che hanno radici. Specie in Italia dove esiste ancora il campanilismo. Nel Belpaese la gente si appassiona e vive il calcio, perché è un continuo confronto con chi ti sta attorno. Il tifoso “gobbo” gode all’ennesima potenza per un trionfo sugli acerrimi rivali dell’Inter, ma poi si sente anche molto gratificato dal fatto di battere gli odiati cugini granata, o i nemici viola, o la Roma o il Napoli, squadre a loro non proprio simpatiche. È vero che questo è un po’ limitante. Ma poi è questo il motivo per cui la gente segue e vive il calcio con tanto clamore e tanta passione. È questo in fin dei conti che dà un senso al tifo per il calcio. Tottenham-Juventus, a meno che non sia una semifinale o finale, ma anche Juve- Real Madrid o Barcellona, sempre che non sia uno scontro per qualcosa che vale una qualificazione, non avrà mai il seguito emotivo di un Napoli-Juventus o forse anche di un derby contro il Torino. Dai, non può fregare niente a nessuno di battere in un turno di campionato il Manchester Utd, il Tottenham, ma anche il Real Madrid al Barcellona, se dietro non c’è una rivalità segnata dalla Storia.

C’è un bisogno di creare dei nuovi nemici?

Cosa vogliamo fare? Crearci dei nuovi nemici, imparare ad “odiare” nuova gente? Cosa si vuole fare? Bisogna essere di più larghe vedute e iniziare a prendersela con gli spagnoli, perché hanno un PIL inferiore al nostro? Insomma, questa iniziativa così come è strutturata non entusiasma proprio nessuno. Che il calcio debba molto a questi grandi club è fuori di discussione. Ma questa pare una scelta più egoistica oppure strategica, piuttosto che un’idea sensata per un nuovo movimento del calcio. Così facendo si rischierebbe di annientare il vero senso del calcio e alla fine questo porterebbe solo a ripercussioni negative per il calcio, perchè risulterebbe un prodotto sempre meno autentico.

Che si debba andare alla conquista di nuovi mercati è giusto. E questi si conquistano calando i propri assi, che per il calcio si chiamano Barcellona, Real Madrid, Manchester Utd, Liverpool, Juventus…. ma è anche vero che a trainare questa passione è chi ha vissuto e conosce la Storia di questi club e se noi facciamo disinnamorare questi, non vi sarà poi nessuna trasmissione.