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Australian Open: il direttore Tiley prova a far chiarezza sullo stato d’emergenza

Il direttore dell’Australian Open Craig Tiley è intervenuto ai microfoni per provare a far un pò di chiarezza sulla situazione d’emergenza che verte sul primo Slam della stagione, che calendario alla mano, dovrebbe partire il prossimo 8 febbraio. Infatti alcuni casi di positività riscontrati su tre voli diretti per l’Australia, hanno costretto 72 tennisti a rispettare un periodo di quarantena molto restrittiva nelle proprie camere d’albergo. Questo preclude la loro preparazione in vista dell’inizio del torneo.

Cosa ha detto Craig Tiley a proposito di questa intricata situazione?

Per salvaguardare gli interessi e l’integralità dei prossimi Australian Open, il direttore Craig Tiley ha così parlato in prima persona. Queste le sue dichiarazioni:

“Ovviamente, non volevamo accadesse tutto questo. Dal primo momento abbiamo messo in conto questo tipo di rischi. Quando affronti una pandemia, non puoi mai dare nulla per scontato. Tutte le persone dirette verso l’Australia erano risultate negative al test effettuato 72 ore prima del volo. È un peccato che alcune persone siano risultare positive al test una volta terminato il volo. Chiunque ha viaggiato su quei voli viene considerato uno stretto contatto. Per questo motivo, tutti dovranno subire le stesse misure dei casi risultati positivi per i prossimi 14 giorni”.

Poi continua: “I giocatori avevano a disposizione 17 aerei, noleggiati da sette diversi paesi in tutto il mondo. Ci siamo assicurati che questi voli non superassero il 25% della capienza totale. È una situazione difficile. Dobbiamo fare il possibile per rendere tutto più equo, soprattutto per i giocatori che ora si trovano in isolamento“.

Le soluzioni che verranno adottate – “Forniremo tutto il materiale possibile ai giocatori in modo che possano esercitarsi ed allenarsi nelle loro stanze. L’obiettivo principale non cambia: tutti devono restare in salute e il virus non deve circolare all’interno della bolla. Stiamo studiando il modo per permettere ai giocatori isolati di allenarsi. La situazione è quella che è, cercheremo di gestirla e controllarla nel miglior modo possibile. Non cambieremo le date dei tornei”.

Bocciata la proposta arrivata da parte di Novak Djokovic

Molti dei tennisti in isolamento hanno protestato per questa decisione di vietare loro le 5 ore al giorno di allenamento individuale sui campi da tennis. Il numero uno al mondo del circuito ATP Novak Djokovic, ha provato a proporre una soluzione, prontamente bocciata dal comitato organizzativo di Melbourne. Il campione serbo chiedeva per i giocatori in isolamento una qualità del cibo migliore e la possibilità di allenarsi individualmente in strutture private.

“Non possiamo correre rischi, in Australia abbiamo finalmente raggiunto gli zero contagi”, la secca risposta di Craig Tiley”.


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