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Ecco i nomi da cui ripartire per la costruzione della nuova Nazionale

La disfatta del Barbera rimarrà nella storia della nostra Nazionale. Né l’eliminazione nel 2017 per mano della Svezia né la mancata partecipazione al lontanissimo Mondiale di Inghilterra 66’ possono essere paragonate alla debacle contro una squadra come la Macedonia. Mancini, l’uomo dei miracoli dello scorso europeo, non è riuscito ad interpretare al meglio una partita praticamente già scritta. Sapeva benissimo che sarebbe scesa in campo con più giocatori in area di rigore per tarpare le ali a Immobile e agli esterni Insigne e Berardi. Al contempo era facile prevedere che avrebbe praticamente giocato solo di sponda, con la speranza di ritrovarsi a campo aperto. Eppure, la disfatta è arrivata, brucia ancora, ma occorre essere lucidi e sapere con chi ripartire.

Nazionale: con quali interpreti si costruirà il futuro?

Anzitutto la porta rimarrà nelle mani di Donnarumma, certo ieri poteva evitare la traiettoria della rete macedone, tuttavia, con l’età che si ritrova non può che essere l’uomo con cui ripartire. In difesa occorreranno cambi: via gli juventini Bonucci e Chiellini, soprattutto per l’età, e dentro giovani interpreti come Mancini e Bastoni che ieri hanno dimostrato di saper dialogare in mezzo al campo. A centrocampo la Nazionale può dirsi quantomeno ricca di talento: Jorginho e Verratti meritano la conferma alla pari di Barella, Locatelli (assente ieri) e Tonali; con la speranza di rivedere in campo uno come Sensi che a questa squadra può dare ancora molto.

In attacco arriverà la più grande rivoluzione, ieri il tridente già visto a luglio è stato impalpabile e a momenti imbarazzante. Via Ciro Immobile, che ieri doveva dimostrare di essere l’attaccante azzurro, il numero nove, e Lorenzo Insigne. Dentro Gianluca Scamacca, Giacomo Raspadori, Domenica Berardi (anche lui ieri molto in difficoltà, ma comunque merita la conferma), Niccolò Zaniolo e Federico Chiesa (grande assente ieri). Insomma, di materiale tecnico ce c’è abbastanza, ciò che occorre è trovare un equilibrio e una mano sapiente che sappia manovrare scientemente tutti questi ragazzi.


Mancini ha fatto un miracolo, ma il calcio italiano va rivoluzionato