Il tanto atteso debutto della NASCAR al Circuit Of The Americas non è accolto dal classico clima texano, anzi. Sotto una pioggia incessante va in scena l’EchoPark Texas Grand Prix, gara con cui la Cup Series entra nel tempio della Formula 1 e della MotoGP. Tra derapate, contatti, testacoda, incidenti e una bandiera rossa, Chase Elliott mette a segno la prima vittoria stagionale, al termine di una corsa accorciata di 13 giri per il deteriorarsi della pista. Kyle Larson finisce ancora una volta in seconda posizione, dopo un vano inseguimento al compagno di squadra. Terza piazza per Joey Logano, terzo davanti ad un incredibile Ross Chastain. AJ Allmendinger, specialista dei circuiti stradali, è quinto davanti a Chase Briscoe, Michael McDowell (altro specialista dei Road Course), Alex Bowman, Tyler Reddick e Kyle Busch, ultimo della top ten. I cambi di leader sono 11 e le caution sei, per un totale di 12 giri.
NASCAR Daytona: Bell re del Road Course
Cosa succede nella EchoPark Texas Grand Prix?
Facciamo prima a dire cosa non succede. Già prima del via comincia a piovigginare ma la pista è asciutta. La NASCAR concede ai team di cambiare le gomme rain con le slick durante i giri di ricognizione, senza perdite. McDowell ed il duo JTG Daugherty restano però con pneumatici intagliati, intuendo il cambio di scenario. E infatti, alla bandiera verde è tutto un susseguirsi di cambi gomme, di fronte ad una pista che peggiora velocemente. Brilla in questa fase Austin Cindric, che va come un cannone con le slick sotto l’acqua. Ma deve fermarsi anche lui, perdendo molto tempo. Logano vince la Stage 1, con McDowell ed il due alfieri JTG in top five.
La Stage 2 è un incubo. La pioggia aumenta d’intensità, e sui lunghi rettilinei del COTA la visibilità è pari zero. Questa situazione provoca due brutti incidenti: il primo è al ventesimo giro, con due contatti multipli. Christopher Bell tampona Ryan Blaney, che frena in anticipo causa la nebbia d’acqua che lo acceca. Lo stesso fa Bubba Wallace, tratto in inganno dalla staccata di Kevin Harvick. Nessun ferito ma tanti rottami da rimuovere. Al restart, la gara riprende per soli due giri, quando avviene il botto “serio”. Martin Truex Jr, per le stesse ragioni, colpisce McDowell, e viene tamponato violentemente da Cole Custer. Il numero 41 colpisce le barriere laterali, distruggendo la sua Ford. Il casino costa una bandiera rossa di ben 20 minuti, anche per rimuovere la troppa acqua presente. Si riparte in condizioni migliori, e con la pioggia che sembra mollare un po’. Kyle Busch si aggiudica la Stage, ma la gara non è ancora finita.
La strategia vincente
La Stage 3 non vede più incidenti, per fortuna, ma entrano in gioco le strategie. I piloti sono tutti a corto di carburante, e bisogna calcolare se fermarsi o no. Kyle Busch dapprima pensa a rimanere in pista fino alla fine, ma decide di rientrare a 17 giri dalla fine. Elliott, invece, preferisce restare fuori, pur essendo sotto di due giri con il consumo. Ma si prende il rischio, sperando in un miracolo. Che puntualmente arriva: la pioggia torna ad intensificarsi, allagando il circuito ben oltre i limiti ragionevoli. La direzione gara espone la bandiera rossa, quando mancano 13 tornate alla conclusione. Un’occhiata al radar meteorologico e la NASCAR decide di porre fine alla “maratona”, ed Elliott può festeggiare. Mentre Busch deve rimuginare su una scelta sbagliata: se avesse evitato di pittare, avrebbe vinto lui…