È più bella la F1 o la IndyCar? Gli appassionati si dividono su questo da sempre, e ognuno ha la sua serie “beniamina”. Ma quanto differiscono queste due categorie? E in cosa sono simili? Se vi siete posti questa domanda almeno una volta, siete nel posto giusto! Questo articolo, infatti, soddisferà la vostra curiosità tecnica, analizzando le due vetture per scoprire le somiglianze e le divergenze. E scoprirete che, in alcuni aspetti, i due mondi sono più vicini di quanto possiate immaginare.
F1 e IndyCar: quali sono le differenze tecniche?
Cominciamo con il telaio. In Formula 1 la squadra si costruisce da sola la scocca, e se la sviluppa nel corso della stagione. La IndyCar, invece, prevede l’impiego del solo telaio della Dallara, la quale fornisce anche il kit aerodinamico. Questo implica che il team non partecipa allo sviluppo della macchina, anche se può fornire suggerimenti al costruttore, soprattutto in materia di sicurezza. E a proposito di sicurezza, sul fronte della protezione del pilota troviamo il primo punto di contatto. Dal 2018 la massima categoria adotta l’Halo, il famoso “arco” che sovrasta l’abitacolo proteggendo il pilota dagli urti. La serie americana adotta una struttura simile, ma vi ha applicato un parabrezza per schermare i piccoli detriti. Il sistema, denominato Aeroscreen, è stato introdotto con successo nel 2020.
Aerodinamica a confronto
Per entrambe le categorie, l’efficienza aerodinamica è un must, ma la via percorsa è diversa. La F1 estremizza il concetto, con ali anteriori e posteriori molto elaborate. L’alettone frontale in particolare presenta almeno cinque sezioni, di cui una laterale per deviare il flusso d’aria lontano dalle ruote anteriori. L’ala posteriore presenta un profilo “a cucchiaio”, per ridurre il drag quando serve. La IndyCar ha appendici molto più semplici, con un’ala anteriore a tre profili ed un alettone posteriore dal design convenzionale.
Entrambe le vetture hanno un fondo piatto con diffusore, ma mentre la massima formula aggiunge profili, candelabri e sezioni taglienti, la Indy si limita a degli sfoghi per annullare la portanza sugli ovali in caso d’incidente. Parlando di ovali, la IndyCar adotta una configurazione specifica per i catini veloci come Indianapolis e il Texas. L’ala anteriore ha un profilo singolo, piatto, mentre al posteriore si adotta un’appendice a delta, che genera pochissimo carico. Sugli ovali corti si usa la stessa configurazione degli stradali, ma con un profilo in meno sull’ala anteriore.
Le differenze meccaniche
Il lato motore è forse quello che allontana maggiormente le due categorie. La Formula 1 adotta tutto il meglio che la tecnologia può offrire, con dei V6 a turbo singolo, 1.6 litri e con tecnologia HCCI che permette di fare a meno delle candele. Al propulsore sono collegati due sistemi di recupero di energia (MGU-K cinetico e MGU-H collegato al turbo) che costituiscono assieme alla batteria il sistema ibrido. La potenza complessiva è di 1000 CV circa. La IndyCar adotta dei V6 biturbo da 2.2 litri, senza ibrido, e con 700 CV al massimo. I produttori della massima formula sono Ferrari, Mercedes, Renault e Honda, con quest’ultima impegnata anche negli USA a sfidare la Chevrolet. Dal 2023 anche la Indy passerà all’ibrido, con motori di 2.4 litri.
Il serbatoio delle IndyCar è più piccolo di quello delle F1: 70 litri contro circa 120. Il motivo è regolamentare, essendo che in Europa non sono consentiti i rifornimenti in gara, mentre in America si. Per quanto riguarda le gomme, entrambe le categorie adottano il regime di monoforniture, Pirelli da un lato e Firestone dall’altro. La Pirelli fornisce mescole specifiche per ogni circuito, con tre opzioni disponibili: Soft (bandella rossa), Medium (bandella gialla) e Hard (bandella bianca). In IndyCar la Firestone fornisce un set di gomme dure (prime) ed uno di morbide (Option, riconoscibile dalla bandella rossa), mentre per gli ovali c’è una sola mescola dedicata, con le gomme di destra leggermente più larghe per compensare il banking. A livello di peso, le due categorie sono insolitamente vicine: una IndyCar pesa 725 Kg, una F1 710. Ma c’è una sostanziale differenza: in Formula Uno il peso minimo si calcola a secco e con il pilota a bordo, mentre nella categoria statunitense non si tiene conto del pilota in sede di pesatura. Non è un dettaglio da poco, specialmente nei superspeedway, dove un Kg in più o in meno si sentono in maniera più esasperata.
Tutte le notizie sulla Formula 1
Tutte le notizie sulla IndyCar