La grande novità del calendario del mondiale di F1, Qatar a parte, è il Jeddah Circuit. Con questa pista cittadina, ancora in costruzione (e con i lavori in forte ritardo), il circus debutta in Arabia Saudita, una sorta di nuova frontiera per il mondiale delle monoposto. Il layout del tracciato è noto già da tempo, ma solo vedendolo dal vivo (anche se incompleto) ci si rende conto delle sfide che presenterà ai piloti. I prossimo 5 dicembre, il primo GP della storia nel paese con capitale Riyadh farà paura.
F1: il Jeddah Circuit sarà davvero veloce?
Sulla carta, si pensava che il tracciato di Jeddah sarebbe stato il classico cittadino “alla Baku”, con rettilinei e curve di 90 gradi. E invece, man mano che la struttura prende forma, gli addetti ai lavori si stanno rendendo conto che sarà tutt’altra storia. Guardando la mappa, notiamo un primo settore, dalla curva 4 alla 11, che si compone di varie sequenze di curve, che ricordano lo “Snake” di Austin. La curva 13, che divide idealmente questa sezione dalla successiva, è in contropendenza, in stile Zandvoort. L’ultimo settore, infine, è un serpentone con curve talmente ampie da farlo sembrare più un lunghissimo rettilineo. La velocità media è stimata a 250 Km/h, più alta che a Silverstone e sui livelli di Monza. Ma senza le rassicuranti vie di fuga dei due impianti permanenti, in quanto parti del tracciato sono a contatto con i centri abitati della città costiera. Insomma: una pista velocissima, con zero spazi di fuga e muretti troppo vicini. Un tempio della velocità in mezzo al deserto, da 6175 m.
Allarme sicurezza?
Il segreto di tanta “fantasia” sta nell’ubicazione del tracciato, che sorge a pochissimi metri dal mare. Nella zona non ci sono strade aperte al traffico (se non alcune) ed è stato possibile così costruire una pista quasi permanente. Gli uomini e le donne guidati da Carsten Tilke, figlio di Hermann e progettista dell’impianto, si sono potuti sbizzarrire. Ma forse, hanno trascurato l’elemento principale. Quanto può essere sicura una pista da 250 e passa orari, con muretti ad un tiro di schioppo? Forse, ci stiamo fasciando una testa non ancora rotta, o forse no. Resta il fatto che Jeddah è destinata ad infrangere numerosi record, tra cui anche la brevità. Infatti, i piani del GP dell’Arabia Saudita è di mantenere la struttura “in vita” solo per due stagioni, questa e la prossima. Nel 2023 lascerà il posto all’impianto permanente di Qiddya, che sorgerà a pochi chilometri dalla capitale Riyadh.
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