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F1: Montmelò, quale sarà il pacchetto migliore?

Le monoposto si presenteranno notevolmente riviste, chi più chi meno, su quello che è uno dei circuiti più indicativi dal punto di vista tecnico-strategico. Storicamente, se guardiamo al fattore spettacolo, è un circuito poco invitante, tutto concentrato sulla guida. Diventa invece di un’importanza fondamentale per quanto riguarda le indicazioni che gli esperti meccanici e gli ingegneri delle squadre sono in grado di ricavare. Non è lo show di Miami, ma una delle prove più importanti dell’intero campionato.

Il circuito della Verità

L’essenza del circuito di Montmelò e del Gran Premio di Spagna si basa su questo apparente doppio senso che ha fatto diventare la tappa catalana una di quelle molto attese. Perché non è un caso se la F1 ha scelto, spesso e volentieri, Barcellona come sede ideale per i propri test. Rispetto ad altre aree dell’Europa, qui è più facile trovare bel tempo, ma anche le caratteristiche del circuito sono importanti perché preparano i piloti come pochi altri circuiti.  La tappa catalana, piace e c’è di tutto un po’: curvoni veloci, curve lente, cambi di direzione rapidi, un lungo rettilineo.  Un banco di prova completo, quindi, per i pacchetti di novità che stanno per essere introdotti.

Aerodinamica e Bilanciamenti

E la parola d’ordine potrebbe essere “bilanciamento“, dato che tra curve lente e veloci servono stabilità sia davanti, sia dietro.  Sarà fondamentale per le squadre avere vetture più neutre possibili, cioè che non abbiano tendenze troppo sottosterzanti o sovrasterzanti, proprio per non penalizzare eccessivamente le prestazioni in una sezione specifica del circuito.

La ricetta per Montmelò

Andar forte in Spagna richiede un elevato livello di carico aerodinamico ed una meccanica completa, soprattutto per affrontare il terzo settore. Uno dei tratti più indicativi (lo indica anche la Brembo nella valutazione del circuito) dell’intero campionato per valutare “la bontà” delle vetture nelle curve lente.  Per dare precisione all’anteriore e soprattutto per avere trazione in uscita, è decisivo il lavoro delle sospensioni e più in generale di tutto l’assetto meccanico delle macchine.

La deportanza

A livello di deportanza con le vetture 2022 si dovrà stare attenti, come emerso nei test, al porpoising: i carichi generalmente elevati che si vedono in Catalunya e favoriscono l’innesco del rimbalzo aerodinamico a velocità più basse rispetto a quanto visto finora.  Un aspetto che si può rivelare molto limitante per la prestazione complessiva, dal momento che per evitare il porpoising si è costretti ad irrigidire le sospensioni, che non sarebbe un bene, soprattutto nel passaggio per il terzo settore.  In alternativa bisognerebbe avere altezze maggiori da terra, ma questo comporterebbe la riduzione “dell’effetto suolo”, con perdite di carico e quindi di performance. Insomma, fare la scelta giusta non sarà semplice.

Le tre mescole per la gara

Non ci sono particolari criticità, né per quanto riguarda le temperature, in quanto il tempo previsto per il week-end sarà soleggiato ma senza caldo afoso, né per la gestione dell’energia.  Serve tanto freno in Catalunya, ma vedremo dopo le prove del sabato che effetti avrà sul consumo l’asfalto grezzo e sporco di Barcellona. Saranno disponibili le tre mescole più dure, vale a dire C1, C2 e C3, un’accoppiata vista in azione con solo in Bahrain. La scelta è per far fronte agli elevati “carichi verticali” che impone il circuito.  Le squadre programmano un’usura piuttosto elevata che fa pensare ad un certo numero di soste.  Non è scontato dire se si tratterà di una corsa ad una o due soste, ed in questo senso saranno molto importanti le prove per le simulazioni del passo gara. In qualifica, conta “tenere in vita” le gomme per affrontare l’ultimo settore senza subire il degrado termico specialmente con la mescola morbida. 

C1, per azzardare un solo Pit-Stop?

Mario Isola, capo Pirelli per F1 e gare automobilistiche, commenta: ” Si tratta del circuito in calendario più conosciuto dai piloti, con il suo layout che lo rende un “proving ground” perfetto. Ha un po’ di tutto, con il settore finale molto tecnico, importante quando si tratta di gestire gli pneumatici. L’utilizzo della mescola hard potrebbe essere l’opzione chiave.”   Barcellona è tradizionalmente una gara a due soste.  Sarà interessante vedere se la nuova generazione di pneumatici farà la differenza. Questo tracciato, insieme a Sakhir, Silverstone e Suzuka, è classificabile tra le piste più dure per gli pneumatici di tutto il calendario.https://sport.periodicodaily.com/f1-il-circuito-de-catalunya-spagna-es-muy-dificil/