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Fabio Quartararo lancia l’allarme: Yamaha senza potenza nel 2022

Anno nuovo, vecchi problemi. Potremmo riassumere così il primo capitolo del 2022 per la Yamaha, la quale deve confermare il titolo mondiale vinto lo scorso anno con Fabio Quartararo. Ma è proprio il francese a lanciare il campanello d’allarme, al termine dei due giorni di test in Malesia. Alla M1 manca la “ciccia” nel motore, ossia la potenza. Al contrario, gli avversari sembrano avere una marcia in più. Letteralmente.

Alla Yamaha manca motore: Quartararo preoccupato per il 2022?

I dati parlano abbastanza chiaro: alla Yamaha M1 manca la potenza. La speed trap di Sepang racconta di un gap di 7 Km/h tra Quartararo e la moto più veloce della due giorni di test, la Ducati GP21 di Enea Bastianini. I suoi compagni di marca sono messi anche peggio: Franco Morbidelli e Andrea Dovizioso pagano ben 12 Km/h dalla Desmosedici “vecchia” del riminese. Yamaha ha lavorato sul motore, ma non abbastanza per colmare un gap già esistente. Anche perché le altre case non sono rimaste con le mani in mano, e hanno messo mano alle loro moto. Ducati ha guadagnato qualche CV, come ha detto trionfalmente Gigi Dall’Igna. Honda di potenza ne ha fin troppa, e sta aggiustando (sembra bene) la ciclistica. KTM, idem con patate. Persino la Suzuki sembra progredita sul fronte della “birra”. L’unica che è rimasta al palo è proprio la Yamaha. “Gli altri hanno fatto due step in avanti, noi solo mezzo“, è il commento laconico di Quartararo. Per non compromettere la guidabilità, la Yamaha ha spinto poco sulla prestazione, ma così facendo ha lasciato inalterato il divario nei confronti della concorrenza.


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Il fattore cavalli

Sembra, infatti, che nella MotoGP delle winglets e degli abbassatori, la potenza massima sia tornata un fattore cruciale. Solo dieci anni fa, avere troppa cavalleria poteva compromettere le prestazioni di una moto, perché non c’era modo di scaricarla a terra. Ma adesso che le ruote hanno trovato più grip, si è tornati a ragionare sulla prestazione pura, complice anche una classe regina che è sempre più serrata. Trovarsi in gruppo significa dover prendere la scia e sorpassare in rettilineo, cosa resa più facile se hai 10 o 20 CV in più degli altri. Ma se ne hai di meno, sei in un mare di guai. Anche la ciclistica assume un ruolo determinante: se hai un pacchetto che consente una guida “rotonda”, andrai fortissimo in qualifica, ma sei penalizzato nella bagarre, dove è impossibile seguire la linea ideale. Yamaha ha storicamente scelto la via dell’equilibrio, che però rischia di diventare un boomerang. Forse, servirebbe un progetto radicalmente nuovo, esattamente come ha fatto la Honda. Ma per queste cose ci vuole coraggio, ed ad Iwata e dintorni non è che ne abbiano così tanto…