E se la Ferrari tornasse ufficialmente alla 24 ore di Le Mans? Può sembrare una domanda banale, ma non lo è. Solitamente, il Cavallino ha sempre escluso tale possibilità, confermando l’impegno del reparto Corse Clienti nella GT Endurance. Tuttavia, negli ultimi giorni lo scenario sembra cambiato.
Secondo alcune indiscrezioni, rinforzate da dichiarazioni sibilline di Mattia Binotto rilasciate al Guardian, la Ferrari sta sviluppando un programma per il ritorno a Le Mans, aderendo alla nuova classe Hypercar.
Ferrari, missione Le Mans
L’idea nasce, paradossalmente, dalla Formula 1. Chiariamo: Ferrari non intende lasciare la massima formula per passare all’endurance, ma è da una decisione che proviene dal mondo delle monoposto che nasce quest’idea. Come sapete, Liberty Media dopo tanta fatica è riuscita ad introdurre un budget cap per i team di F1. Il limite di spesa è stato rivisto più volte, al ribasso: dai 175 milioni di dollari iniziali si è arrivati a proporre un tetto di 130. La Ferrari è sempre stata contraria al budget cap, perché le creerebbe problemi dal punto di vista dell’organico. Alla Gestione Sportiva lavorano circa mille persone, ma con il tetto di spesa tale organico sarà necessariamente ridotto. A Maranello stimano un taglio del 25%.
A questo punto, la Ferrari ha due strade. La prima è quella di terminare il contratto a questi lavoratori in esubero, una soluzione che comporta molti rischi. Immaginate la valanga di ricorsi per licenziamenti illegittimi, o anche solo le proteste dei sindacati (con cui Ferrari ha storicamente buoni rapporti). La seconda, più sicura, è quella di trasferire questo quarto di organico ad altra mansione: ed è qui che entra in gioco la 24 ore di Le Mans.
Il programma Hypercar è l’ideale per la Ferrari, perché il regolamento garantisce quella libertà tecnica che al Cavallino piace tanto. Inoltre, disporrebbe già di una base “stradale” da cui partire. Il regolamento impone infatti un modello di serie da cui far partire il progetto. Nel caso specifico, questa base sarebbe la vettura che prenderà il posto de LaFerrari, in avanzata fase di progettazione.
Che cos’è una Hypercar
Nato per rimpiazzare la LMP1, la nuova classe Hypercar dovrebbe (il condizionale qui è d’obbligo) debuttare nella stagione 2020/2021. Il regolamento tecnico concede ampia libertà a chiunque vi prenda parte: la derivazione da un modello di serie è limitata al solo aspetto, il blocco motore e la testata, modificabili per una riduzione del peso del massimo il 10%. Per il resto, libertà assoluta.
Ma la vera rivoluzione è il livellamento delle prestazioni. Il motore termico ha una potenza massima limitata (697 CV), così come il sistema ibrido (268 CV). Il motore termico ha un peso minimo di 180 Kg, il pacco batterie 70 Kg. Per quanto concerne l’aerodinamica, ogni Hypercar sarà testata in galleria del vento, e non dovrà superare un limite di carico e resistenza all’avanzamento stabiliti.
La classe Hypercar dovrebbe rilanciare il mondo dei prototipi, tuttavia sta vivendo un momento di profonda incertezza. Al momento, solo Toyota e Glickenhaus hanno aderito alla nuova formula. Aston Martin ha abbandonato il programma Valkyrie, complice il cambio di società e l’impegno annunciato in F1; Peugeot ha incassato l’addio del partner Rebellion, e non sa a chi affidare la propria vettura (Ligier?). Nessun’altro costruttore si vede all’orizzonte.
A complicare il quadro ci pensa il recente accordo della ACO con l’americana IMSA, per l’importazione delle Daytona Prototype international, o DPi. Le DPi sono delle LMP2 con dei bodykit realizzati dalle case costruttrici, per renderle più…stradali. I motori derivano dalla serie oppure no. Al momento, alla DPi aderiscono General Motors (con Cadillac), Honda (con Acura), Mazda e Nissan. Ma già si parla di un interesse di Ford e Porsche, anche in virtù dell’introduzione del sistema ibrido a partire dal 2022.
Oltre a ritornare a Le Mans, l’adesione della Ferrari potrebbe salvare la Hypercar, evitando così all’ACO una figuraccia colossale. Sempre ammesso che a Maranello ci stiano pensando veramente, e che non sia invece una mossa politica per spaventare Liberty Media…