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Frank Williams: l’ultimo garagista

Il mondo della Formula 1 è addolorato per la scomparsa di Sir Frank Williams. Egli non è stato solo un team manager di successo, con nove mondiali costruttori in tasca. Sir Frank ha rappresentato un’epoca ormai scomparsa, una filosofia difesa strenuamente ed ora cancellata dall’evoluzione tecnologica ed economica del circus. Parliamo della filosofia dei garagisti inglesi, quel gruppo di uomini e donne che costruivano le monoposto in capannoni nelle campagne britanniche e sognavano di fare le scarpe alla Ferrari.


La formula 1 piange: è morto Sir Frank Williams


Chi era davvero Frank Williams?

Sir Frank era quello che potremmo definire un “self-made man”, un uomo che si era costruito da sé. I suoi esordi negli anni 60 furono difficili, con zero sterline in tasca. Il suo “ufficio” erano le cabine telefoniche di mezza Londra, perché non poteva permettersi di pagare le bollette! Ha dato tutto per la sua squadra, e la ricompensa fu lauta. Il suo team è diventato tra le leggende della F1, grazie anche alle esperienze passate. Ed ha sviluppato un carattere duro, che lo rendeva difficile da conciliare con un mondo che cambiava. Da buon assemblatore, voleva avere l’ultima parola sullo sviluppo della macchina: ragion per cui nell’epoca dei grandi costruttori, la Williams non riuscì mai a legarsi con una casa. Con Honda e Renault furono rose e fiori, tra gli anni 80 e 90, perché si limitavano a fornire i motori. Discorso diverso con BMW e Toyota, le quali volevano partecipare alla progettazione della macchina. Stesso discorso per i piloti: Williams li considerava dei terminali della monoposto, il cui unico scopo era guidare. Se ne accorse Damon Hill, che dopo l’iride del 1996 fu accompagnato alla porta, perché pretendeva di indicare la direzione per lo sviluppo della monoposto. Sacrilegio! Per Nigel Mansell il discorso fu diverso: il baffo indemoniato dominò nel 1992, ma Frank gli impose la convivenza con Prost ed un taglio di stipendio. Nigel, memore anche delle esperienze in Ferrari, non accettò, preferendo emigrare in IndyCar, a 40 anni suonati! Questa durezza ed intransigenza resero Sir Williams inossidabile alle avversità, ma portarono al lento declino della sua scuderia.

La vittoria più importante è sempre la prossima

Questa era la sua massima preferita, che lascia trasparire la sua indole. La indole di chi ha sempre combattuto nella vita, senza mai mancare di credere in se stessi. Il risultato di questa testardaggine è sotto agli occhi di tutti. A questo punto, ci viene una domanda: avremo mai un erede di Frank Williams? La risposta, purtroppo, è negativa. Nella Formula 1 delle Power Unit, non c’è più spazio per il garagista. Ora è tutto nelle mani delle case, le quali decidono anche i regolamenti. Gli “indipendenti” come Sauber e Haas devono allearsi con una casa per sperare di galleggiare in questo mare di squali. I vecchi assemblatori alla Frank Williams si sono estinti, già dal momento in cui la famiglia ha deciso di vendere la scuderia che porta il suo nome, e ormai solo quello. La sua scomparsa coincide con la fine di un’era, ed è forse per questo che ci mancherà più di chiunque altro.