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GP andalusia gara moto3: Suzuki prova di forza

Dopo la delusione di settimana scorsa, Tastuki Suzuki fa sua la gara Moto3 del GP d’Andalusia. E lo ha fatto con una prova di forza: partito dalla pole, si è messo in testa e ha difeso la posizione con le unghie e con i denti. Resistendo a tutti gli attacchi, ultimo nel tempo quello di John McPhee, il giappo-riccionese ottiene il primo successo stagionale. Terza posizione per Celestino Vietti, autore di una gran gara negli ultimi giri.

Il grande colpo di scena è la caduta di Albert Arenas, al giro 15. Il pilota spagnolo mantiene la leadership del campionato, ma perde tutto il vantaggio.

Gp Andalusia, la cronaca della gara Moto3

Tastuki Suzuki sfrutta bene la pole, ed è primo alla prima curva. Si forma subito un gruppone che comprende Arenas, Raul Fernandez, Tony Arbolino e Gabriel Rodrigo. L’argentino del team Gresini è particolarmente aggressivo, e comincia a sfidare Suzuki a suon di staccate e sorpassi. Lo stesso fa Fernandez, che dal quarto piazzamento arriva quasi a superare Suzuki, seppur per poche curve. Il ritmo di gara è molto veloce.

Incredibile la rimonta di Darryn Binder. Il sudafricano parte dalla 25esima casella, ma dopo tre giri è già ottavo! Resta nel gruppo di testa senza commettere troppi errori, per evitare di ripetere la caduta che gli è costata il podio domenica scorsa.

Al giro 7, la corsa perde Andrea Migno, autore di un contatto con Ayumu Sasaki. Il pilota del VR46 riparte, ma è lontano. Una tornata più tardi, il primo colpo di scena in ottica campionato, con Jaume Masia che perde l’anteriore e trascina con sé Ai Ogura. Il giapponese del Team Asia è secondo nel mondiale.

La gara prosegue con una bella bagarre, ma il gruppo di testa comincia a fare selezione. Sono rimasti in otto a lottare per la prima posizione, con Suzuki saldamente in testa. Il nipponico del SIC 58 vuole evitare la bagarre il più possibile, cogliendo le occasioni per rimanere in testa. Tuttavia, Binder e Rodrigo sono sempre più aggressivi, e gli impediscono di scappare. Si uniscono alla festa Vietti, partito male ma bravo a recuperare, e Jeremy Alcoba. Cade Deniz Oncu, a lungo con i primi.

Il secondo, grande, colpo di scena in ottica campionato avviene al giro 15. Arenas, fin qui tranquillo e “in gestione”, perde l’anteriore alla curva 11, cadendo ad alta velocità. Il leader del mondiale è trasportato al centro medico, ed appare decisamente zoppicante. La lotta per la classifica si riapre.

Negli ultimi cinque giri tutti spingono come matti. Rodrigo perde per un attimo l’anteriore, rischiando di coinvolgere Binder. Ne approfittano Suzuki e McPhee, il quale diventa il primo avversario del giappo-riccionese. Lo scozzese ci prova all’ultimo giro, ma Tatsu chiude anche questa porta. E si prende il gradino più alto del podio.

Vietti sale terzo approfittando degli errori di Binder e Rodrigo, e resiste agli attacchi dell’argentino. E’ una sorta di vendetta per il podio mancato domenica scorsa. Il giovane leone VR46 batte un combattivo Alcoba, quarto al traguardo. Lo spagnolo subisce una penalità di tre secondi per aver superato troppe volte i limiti del tracciato. Verrà classificato settimo.

Delude Tony Arbolino, a lungo nella bagarre per la vittoria per poi perdere progressivamente terreno. Il portacolori del Team Snipers chiude al decimo posto. Gli altri italiani: Romano Fenati 12esimo, Stefano Nepa 14esimo, Niccolò Antonelli 15esimo, Riccardo Rossi 21esimo. Non finiscono la gara Dennis Foggia e Davide Pizzoli.