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GP Turchia: Hamilton e le scelte sbagliate

Il GP di Turchia è un boccone amaro per la Mercedes e per Lewis Hamilton. Il cambio di motore ha obbligato l’eptacampione ad una gara di rimonta, ma per come si erano messe le cose in pista, l’occasione è stata sprecata. Dopo la Russia, in cui Max Verstappen ha cambiato l’intera power unit, Lewis era balzato al comando del mondiale con due punti di vantaggio. Dopo Istanbul, “Super Max” è ritornato davanti, con un +6: quattro punti in più! A Sochi, la Red Bull ha capitalizzato al meglio la penalità rispetto alla Mercedes. Non a caso, in seno al team di Brackley i musi erano lunghi. Soprattutto se si pensa al motivo di una disfatta, frutto di decisioni sbagliate e non di un potenziale tecnico che consegnava alle Frecce Nere una superiorità disarmante (e infatti Valtteri Bottas ha vinto la gara). Analizziamo questi errori.


F1, GP Turchia: Bottas torna alla vittoria


GP Turchia: è stato Hamilton a sbagliare?

Il punto di svolta della gara è all’incirca il giro 40. Questo dato non è casuale, perché è il limite che Pirelli aveva dato alle squadre sulla “vita” della gomma intermedia, impiegata nel primo stint. In quel frangente, ad Istanbul aveva smesso di piovere ma la pista stava impiegando una quaresima ad asciugarsi. Cosa fare? Rientrare o non rientrare? A partire dalla 36esima tornata, i più hanno scelto di pittare, ma Hamilton no. Perché? “Non sapevamo quando sarebbe diventata da slick, ma lentamente si stava asciugando“, ha detto Hamilton un’ora dopo la fine, parole riportate da Motorsport.com. “Quando ho visto tornare tutti ai box per montare un secondo set di intermedie ho sperato che la pista potesse asciugarsi costringendo tutti ad una seconda sosta per passare alle gomme slick“. Questo ha convinto l’inglese a rimanere fuori, ma il muretto box aveva altri piani. Più volte, infatti, l’ingegnere Peter Bonnington ha richiamato il pilota al pit, ma il 44 ha risposto picche. Dopo trattative infinite, “Bono” ha poi lasciato campo libero all’inglese, ma a quel punto il rischio era elevatissimo.


Gp Turchia: Hamilton avrebbe voluto montare le slick


Errore del pilota, dunque?

Passavano i giri, e questa pista non si asciugava manco per niente. Risultato: chi ha montato le intermedie dal giro 36 in poi ha potuto conservarle, mentre chi lo ha fatto dopo non poteva passare alle slick e avrebbe subito più graining degli altri. Hamilton lo ha scoperto a sue spese dopo il giro 50, quando è rientrato ai box per montare le intermedie nuove. Con una pista meno umida, le coperture posteriori sono degradate più in fretta, cosa che gli ha impedito di attaccare Charles Leclerc e lo ha costretto a difendersi da Pierre Gasly. Alla luce di questa analisi, appare evidente come la responsabilità di questo errore tattico sia del pilota. Hamilton ha inseguito un’utopia, non vedendo la situazione reale. Senza contare che poteva intuire subito la fallacia del suo piano, in quanto aveva un esempio davanti agli occhi. Esteban Ocon era sulla sua stessa lunghezza d’onda, ritardando la sosta ai box ben oltre i 40 giri “consigliati” da Pirelli. Il risultato finale è che il francese ha visto il podio con il telescopio spaziale Hubble, finendo decimo e staccato di un giro. Sergio Perez, che prima della sosta era appena davanti a Lewis, ha seguito il “comandamento” alla lettera ed è giunto terzo. Insomma, al campione del mondo non resta altro da fare che rimuginare sulle tattiche sbagliate. Intanto Verstappen, sotto i baffi che non ha, se la ride…


Gp Turchia, Wolff: “Abbiamo fatto la scelta giusta”


Immagine in evidenza di Mercedes AMG Formula One Team, per gentile concessione