La Formula 1 non sembra riuscire a fare a meno delle polemiche. Dopo il GP di Austin, la Haas ha chiesto alla direzione gara di penalizzare l’Alpine di Fernando Alonso, ed è stata accontentata. L’Alpine si è infuriata ed ha presentato ricorso, sostenendo l’infondatezza della questione. La classifica dunque rimane sub judice, almeno per un po’. Alonso aveva portato la sua monoposto in settima posizione, nonostante un terribile volo causato da un contatto con Lance Stroll. Dopo la penalizzazione, lo spagnolo due volte campione è retrocesso 15esimo.
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Perché la Haas ce l’ha così tanto con Alpine?
Il fattaccio è successo in gara. Kevin Magnussen aveva la paratia laterale dell’ala anteriore danneggiata, e per questo la direzione gara gli ha esposto la bandiera nera con il disco arancione. Per i non addetti ai lavori, la bandiera indica al pilota di rientrare ai box per sistemare il danno sulla propria vettura, per ragioni di sicurezza. I commissari hanno esposto al danese la bandiera per ben tre volte nel corso del GP, costringendolo a perdere molto tempo. Tuttavia, la stessa direzione gara non ha mai sventolato tale bandiera per Sergio Perez, il quale aveva un danno simile a Magnussen. E non l’ha fatto nemmeno per Fernando Alonso, che dopo essere scampato per miracolo al botto con Stroll si è ritrovato con uno specchietto retrovisore che ballava pericolosamente. Per questa ragione, Haas ha esposto un reclamo sia contro Perez che contro Alonso. Mentre per il messicano si è preferito sorvolare, i giudici di gara hanno stangato lo spagnolo, affibbiandogli ben 30 secondi sul tempo finale. Lo scherzetto costa ben cinque punti nella classifica mondiale, che per Alpine sono preziosissimi nella lotta con McLaren per il quarto posto nel mondiale costruttori. Per questo motivo, Alpine ha presentato ricorso in appello contro la decisione della race direction.
Due pesi e due misure?
Al di là del caso specifico, emerge anche ad Austin l’incapacità della direzione gara di prendere decisioni coerenti. Dopo il casino di Abu Dhabi, la FIA ha deciso di cambiare il direttore di gara, giubilando Michael Masi e sostituendolo con il tantem Eduardo Freitas e Niels Wittich. Ma entrambi hanno dimostrato più volte delle pecche, con decisioni assurde che hanno causato controversie. In particolare il portoghese ha deluso le aspettative, tanto che proprio ad Austin si è deciso di proseguire con il solo Wittich, relegando Freitas al ruolo di direttore “esclusivo” del mondiale endurance. Questo fallo ha anche dimostrato l’inefficacia del Remote Garage, istituito proprio per notare le sviste del direttore di gara. I piloti e i team chiedono coerenza e uniformità nei giudizi, oltre che regole chiare. Ma da quanto abbiamo visto fin qui, sembra proprio che la FIA sia ben lontana dall’accontentarli.