― Advertisement ―

spot_img

Superbike, Mandalika: Toprak vince gara 2 ma è Bautista a festeggiare

Il mondiale Superbike assegna il titolo 2022 in gara 2 a Mandalika. Alvaro Bautista voleva festeggiarlo vincendo la manche, ma nulla può contro Toprak...
HomeMotoriMotoGpIl GP di Austin e quell'asfalto che non piace a nessuno

Il GP di Austin e quell’asfalto che non piace a nessuno

Uno dei temi del GP di Austin, oltre alla lotta per il mondiale è senza dubbio l’asfalto. L’opinione dei piloti è unanime: la pavimentazione del COTA fa schifo! Ci sono troppe buche, soprattutto nel primo settore, quello delle curve in successione nota come lo “Snake”. Non sono pochi i rider che hanno sollevato la questione della sicurezza. Ieri la Safety Commission si è riunita con i piloti, e hanno fatto una richiesta ben precisa al gestore del tracciato: la pista dovrà essere riasfaltata tutta, e bene, altrimenti non si correrà più qui. Il gestore ha recepito, ed ha promesso di eseguire il lavoro. Cerchiamo di analizzare il problema dal punto di vista tecnico.


Le notizie di MotoGP


GP Austin: perché l’asfalto è così penoso?

Il Circuit Of The Americas sorge su un terreno argilloso, e quindi l’asfalto tende a…spostarsi. Questa è stata la spiegazione dell’ente che amministra il tracciato, ma la tesi non è del tutto convincente. “Non posso commentare l’effettivo movimento, ma bisogna ricordare che anche Silverstone in passato era ritenuta accidentata e qualcuno pensava che fosse a causa dell’argilla sotto alla pista“, ha detto a Motorsport.com Jarno Zaffelli, progettista di circuiti come Losail e Termas de Rio Hondo.

Il precedente di Silverstone

L’ingegnere italiano fu chiamato dai gestori di Silverstone per risolvere il problema del drenaggio, che aveva causato la cancellazione del GP nel 2018. Anche in quella occasione, si credeva che il problema del circuito fosse l’argilla sotto l’asfalto. Ma come ricorda Zaffelli “abbiamo dimostrato che si trattava di un’idea sbagliata, perché quando abbiamo asfaltato sopra le lastre di cemento che erano del 1942, abbiamo trovato un appaltatore molto bravo e abbiamo gestito la costruzione nel modo giusto. E ora non è più irregolare. È ancora un riferimento. Quindi, è possibile migliorarla“. Secondo l’ingegnere, un terreno argilloso non è si causa di un deterioramento precoce del tracciato, ma affidandosi ad una società specializzata ed ad un buon appaltatore, si può risolvere il problema senza grosse spese. Il COTA ha subito una riasfaltatura parziale nel 2020. In quell’anno, il FIA WEC si era lamentato della superficie, spingendo l’ente ad iniziare i lavori. Tuttavia il resto della pista non è stato toccato, con il risultato che le buche sono aumentate. E anche il drenaggio non appare eccezionale, come dimostrato dalla gara della NASCAR Cup Series di quattro mesi fa. Vedremo cosa farà l’amministrazione del circuito, i cui bilanci sono in perdita a causa della pandemia tuttora in corso.


La danza della pioggia e altre notizie dal mondo NASCAR