Xavi si è preso la responsabilità di compiere un salto quantico passando dall’Al Sadd al Barcellona. Un viaggio, quello di uno dei migliori centrocampisti della sua generazione, che ha molto dell’invidiabile ma al contempo è costellato dal rischio di fallire. Lui che per decenni è stato il perno del Barcellona non si scompone più di tanto. All’esordio contro l’Espanyol, in un derby importante per la classifica, il Barça di Xavi ha già dato prova di aver assimilato i dettami del tecnico.
Xavi: come giudicare l’esordio contro l’Espanyol?
Xavi come al suo solito è stato molto modesto nel descrivere l’esordio, tuttavia le ambizioni del neo tecnico blaugrana ci sono e si vedono. A partire dalla qualità vista in alcuni sprazzi di gioco che vagamente ricordavano quel Barcellona che noi tutti conosciamo. Ma è ancora troppo presto, tant’è che lo stesso Xavi si è detto contento e pronto a lottare per alcuni traguardi. Ereditare un Barça disastroso, quello della gestione Setien-Koeman per intenderci, deve essere estremamente complicato.
Del resto le scorie di quegli allenatori le si vedono ancora in campo. Tuttavia, Xavi ha dato prova contro l’Espanyol di crederci e al contempo ha dimostrato di sapersi muovere dentro l’area tecnica, come un allenatore esperto. El Mundo Deportivo ha scritto in un editoriale che l’ex centrocampista “era irrequieto e molto attivo, non si fermava un secondo e dava costantemente istruzioni ai suoi giocatori“.
Come prova del fatto che ci tiene tanto ai veterani quanto ai giovani ha dato a disposizione ben 45′ a Ilias Akhomach, 17 anni, di ruolo attaccante. Mentre ha dialogato constantemente con gli ex colleghi Gerard Pique e Sergi Busquets a dimostrazione che già lo ritengono non più il mago del campo ma il loro nuovo manager.