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Il ritorno di Juan Manuel Correa

Sono passati quasi due anni dal brutto schianto di Spa, ma è come se fosse accaduto ieri. È questa la sensazione che accompagna Juan Manuel Correa, che dopo aver sfiorato la morte in quello schianto fa il suo ritorno alle corse. Il pilota statunitense di origine uruguaiana sarà parte del campionato FIA F3, che da il via alla sua stagione al Montmelo. In un’intervista ai tedeschi di Autobild, Correa ha raccontato le sue sensazioni alla vigilia del suo ritorno in corsa, che equivale ad un ritorno alla vita.

Cosa è successo a Juan Manuel Correa?

I fatti risalgono alla gara di Spa di Formula 2 del 2019. Anthoine Hubert sbatte violentemente al Radillon, in un episodio innescato dalla foratura di Giuliano Alesi. La monoposto del francese rimbalza in mezzo alla pista: Correa non riesce ad evitarla, e la centra in pieno ad alta velocità. L’impatto è devastante, a tal punto che Hubert muore sul colpo. Ma anche la vita di Juan Manuel è appesa ad un filo. Con una gamba sinistra fratturata, e la destra distrutta, Correa è in ospedale, dove il suo quadro clinico si aggrava. Il suo fegato è danneggiato, i polmoni pieni d’acqua. Ad un certo punto, viene messo in coma farmacologico, per rallentare le funzioni metaboliche.

Correa impiega quasi un anno per riprendersi dall’incidente. Dopo aver scampato alla morte, il pilota deve fare i conti con una riabilitazione lunghissima. La gamba destra è stata ricostruita, e ha perso la mobilità alla caviglia. Premere il pedale del gas è difficile. Anche a livello psicologico è dura, con il pensiero costante verso il povero Anthoine. C’è poi la paura di perdere la gamba, ipotesi che diventava sempre più probabile. Che ne sarà della sua carriera? Il recupero e la visita del pilota amputato Billy Monger gli danno conforto. Un anno e mezzo più tardi, Juan s’infila di nuovo al volante di una monoposto.

Una nuova vita

Il ritorno alle corse di Juan Manuel Correa parte dalla ART Grand Prix, la quale gli da l’opportunità di correre l’intera stagione FIA F3. L’americano rincontra qui David Schumacher, suo vecchio compagno di merende. Ma soprattutto, ritrova le sensazioni perdute, la voglia di adrenalina che gli fa passare quella paura della morte che lo assale dal giorno dell’incidente. Le sue condizioni fisiche non sono ancora al top, ma la velocità pare esserci ancora. Correa non correrà da solo: il pensiero è sempre per Hubert, con tanto di adesivo “in memoriam” presente sul casco. Correa è in costante contatto con la famiglia di Anthoine, la quale si è congratulata per il suo rientro in gara.


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