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Gara valida per l'undicesima giornata della Serie A 22/23. Da una parte c'è la truppa di Thiago Motta, ancora in cerca della sua identità....
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Il viaggio dell’Italia continua: sofferenza e cuore

Chissà cosa sarebbe successo se il gol di Arnautovic fosse stato convalidato. Probabilmente si sarebbe scatenato un polverone mediatico nei confronti di questa squadra e tutto quello scritto e detto nei giorni precedenti dimenticato. Questo non è successo perché il gol è stato annullato (benedetto VAR stavolta), ma soprattutto perché Chiesa e Pessina hanno timbrato il cartellino e punito l’Austria. Non una partita eccelsa, gli austriaci si sono confermati una squadra arcigna e pericolosa, ma dove non arriva la tecnica arriva il cuore e la forza di volontà di quegli undici giocatori in maglia azzurra. Il viaggio dell’Italia continua.

Il viaggio dell’Italia continua: cosa ci dice questo match?

La gara non era iniziata nemmeno male, perché gli azzurri avevano approcciato la gara senza snaturarsi. Quello che però ha messo in difficoltà Mancini&Co. è stata la perfetta disposizione tattica dell’Austria. Difesa rocciosa e difficile da arginare, Sabitzer a centrocampo a dettare i tempi e Arnautovic a sgomitare in avanti. La gara degli austriaci però non si è limitata solamente ad aspettare e a ripartire, perché i giocatori hanno aggredito alto l’Italia e hanno proposto gioco. Dall’altra parte gli azzurri hanno sentito probabilmente il peso del primo vero incontro da dentro e fuori e non è un dato da sottovalutare visto che la nostra nazionale non disputava un match simile da Euro 2016. Ed effettivamente il secondo tempo è stato difficile, brutto e sofferente. Forse il secondo tempo più brutto della gestione Mancini. La difesa ha risposto bene, ma sono centrocampo e attacco ad essere stati negativi.

Il doppio play è stato forse un azzardo, c’era solo Barella ad inserirsi e lui stesso ha faticato enormemente. L’attacco era decisamente spuntato, Berardi e Immobile non all’altezza stasera. Il giocatore del Sassuolo ha fatto solo qualche strappo e poco altro. Il centravanti della Lazio è apparso molto appannato e confusionario, si è visto solamente con il tiro dalla distanza. Anche Insigne non ha brillato, ma sul secondo c’è il suo zampino. Non è un caso se la svolta della gara è arrivata con gli ingressi di Chiesa e Pessina, giocatori che hanno dato vigore, respiro e idee ad entrambi i reparti. La loro freschezza ha permesso di spaccare finalmente la linea difensiva eretta dagli austriaci. Ottime dunque le intuizioni di Roberto Mancini, che stasera esce ancora più consapevole di avere una panchina effettivamente lunga. E occhio alle prossime gare, questi sono cambi che potrebbero cambiare le gerarchie della Nazionale.

In conclusione

L’Italia ha superato un test importante soffrendo come da tradizione. La Nazionale stasera ha capito che per andare avanti sarà necessario saper soffrire tutti assieme. La vera forza dell’Italia è la coesione, non il fuoriclasse cristallino dai piedi squisiti. Gli azzurri non escono ridimensionati da questo incontro, ne escono rafforzati, consapevoli delle proprie virtù e dei propri difetti. Una lezione importante per i prossimi quarti di finale, quando l’asticella si alzerà ulteriormente.

Italia-Austria 2-1