L’emergenza coronavirus ha fatto slittare l’avvio della stagione IndyCar di un paio di mesi. Questo darà alla serie americana di monoposto un’opportunità inaspettata: far iniziare il campionato con la gara delle gare, la Indianapolis 500. Ma c’è un dubbio: e se anche l’iconica corsa, “The Greatest Spectacle in Racing”, fosse soggetta ad un rinvio?
Secondo quanto riportato dallo Sport Business Journal, la IndyCar starebbe elaborando un piano B, nel caso non ci fossero le condizioni per poter gareggiare alla data stabilita. Più di ogni altro evento, la 500 miglia raccoglie un numero impressionante di spettatori, oltre 300 mila. Nel caso i divieti di assembramento dovessero durare, sarebbe difficile rispettare i piani.
Ma quale sarebbe il piano B? Semplice: far slittare la corsa al weekend del 4 luglio, il giorno dell’indipendenza americana. Ma c’è un altro problema: in quello stesso weekend il catino dell’Indiana ospiterà la NASCAR, per la tradizionale Brickyard 400. Ma il problema potrebbe essere risolto con un doubleheader, cioè disputare entrambe le corse nello stesso fine settimana. Una proposta tanto affascinante quanto difficile da realizzare, essendo che le due serie hanno esigenze diverse.
Altra ipotesi è di posticiparla nel weekend del Labor Day (che quest’anno cade il 7 settembre), ma per quella data è prevista un’altra gara IndyCar, quella di Portland. In quel caso, il calendario andrà rivisto ancora.
Siamo comunque nel campo delle ipotesi. Il CEO della IndyCar Mark Miles è lapidario: la Indianapolis 500 è confermata alla data originaria. Ma l’esperienza della storia recente c’insegna che lo scenario può cambiare da un momento all’altro.
Quello della Indianapolis 500 sarebbe un altro, clamoroso scossone al già martoriato calendario della IndyCar. E’ notizia di pochi giorni fa la cancellazione definitiva della gara di Long Beach, altra tappa iconica del calendario. Ma è andata comunque meglio che alla F1, la quale dovrà, per la prima volta nella sua storia, gareggiare senza la storica Montecarlo!