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Indianapolis 500: la situazione dei motori

Oltre i piloti, la Indianapolis 500 ha come protagonisti i motori. I fornitori per quest’anno sono due, Honda e Chevrolet, i quali dovranno darsi da fare per consegnare a tutte le vetture i propulsori per poter disputare la gara delle gare. Per il 2021 la entry list conta 35 partenti sicuri, con la possibilità di includere un 36esimo. Ciò rappresenta un bell’impegno per entrambi i produttori, i quali dovranno assicurarsi di costruire abbastanza esemplari dei V6 biturbo da 2.2 litri, che verranno spinti al massimo sul catino dell’Indiana. Senza dimenticare il fatto sportivo, con due case pronte a battagliare per il primato.


Indianapolis 500, entry list: la carica dei 36 (provvisori)


Indianapolis 500, perché bisogna parlare dei motori?

La questione motori alla 500 miglia è delicata. Come dicevamo, i fornitori sono solo due, e la disponibilità è spesso limitata. In passato non sono mancati dei problemi di forniture mancate, le quali hanno portato alcuni piloti anche di peso a rinunciare a correre (il caso più eclatante fu quello di Al Unser Sr, costretto a rinunciare all’edizione del 1991 per mancanza di motori Chevrolet Ilmor). Oggi non si dovrebbe arrivare ad esiti così estremi, ma la sfida non è certo ridimensionata, anzi. Honda e Chevy dovranno darsi un bel da fare per dare il meglio sul palcoscenico tra i più importanti del motorsport.

Sul fronte sportivo, la 500 quest’anno sarà diversa. Rispetto al 2020 la IndyCar introdurrà un pacchetto aerodinamico nuovo, che dovrebbe rendere le vetture più prestazionali. Quindi serve un’attenta analisi dei dati, per effettuare la messa a punto migliore. Sarà interessante vedere quale dei due marchi prevarrà quest’anno. La scorsa stagione la vittoria se l’è aggiudicata la Honda, con Takuma Sato. Il V6 giapponese, progettata in California dalla HPD, aveva mostrato un passo migliore sugli ovali. Riuscirà la Chevrolet a ribaltare la situazione?

Il mercato motoristico

In attesa dell’esito sportivo, Honda ha battuto Chevrole sul fronte…commerciale. Entry list alla mano, sono 17 le vetture spinte dal Cravattino, contro le 18 della rivale. Ma siccome è previsto un numero pari di auto iscritte, c’è la possibilità di un pareggio. Infatti, manca all’appello la Top Gun Racing, struttura che nasce da una parte del materiale dismesso dal Dale Coyne Racing. RC Enerson è il pilota designato per questa squadra, la quale però non si è presentata agli Open test proprio per la mancanza di un propulsore. La casa di Detroit è in trattativa con Top Gun per una fornitura, e non dovrebbe mancare molto prima della firma. Se tutto va per il verso giusto, avremmo un confronto alla pari: 18 vetture Honda e 18 Chevrolet. Spettacolo puro!


Indy Open Test: un assaggio di 500 miglia