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Inter: una macchina incompleta

Il pareggio per 3-3 maturato in quel di San Siro contro il Sassuolo ha riportato alla luce i problemi che l’Inter aveva accusato prima dello stop forzato del campionato.

L’arrivo di Conte avrebbe dovuto far compiere il passo successivo alla squadra nerazzurra non tanto dal punto di vista tattico quanto mentale. Già, far acquisire quella consapevolezza e sicurezza nei propri mezzi che contraddistingue le grandi squadre da quelle di metà classifica.

Un esempio ne è la magica Atalanta di Gasperini; squadra perfettamente collaudata che fa della forza di volontà e della fiducia nei propri mezzi uno dei suoi punti di forza, come si è visto ieri sera rimontando la Lazio in soli 45 minuti.

L’Inter invece fatica ad effettuare questo salto di qualità. La squadra di Conte ha avuto un ottimo rullino di marcia. Ha tenuto testa alla Juventus occupando anche la prima posizione del nostro campionato. Poi però, nel momento decisivo la squadra di Conte è sembrata arrendersi alla supremazia degli avversari. E’ successo per ben due volte contro la Juventus che contro i nerazzurri ha forse disputato le migliori partite della stagione. L’Inter si è arresa anche contro la Lazio e solo la mano di Handanovic ha salvato la squadra nerazzurra dalla sconfitta contro l’Atalanta.

Incompleta

Di certo il piano mentale, non è l’unico aspetto su cui lavorare. Conte ha richiesto a gran voce rinforzi per la sua rosa definita da lui incompleta post sconfitta in rimonta contro il Borussia Dortmund. Gli arrivi di Moses, Young, Eriksen però non hanno risolto il problema. L’esterno nigeriano non è più quello che divorava la fascia ai tempi del Chelsea. Young invece per quanto si impegni, ha pur sempre 34 anni e l’essere sempre al top non è facile specialmente se deve ricoprire la fascia per 90 minuti.Eriksen invece a piccoli passi si sta inserendo negli schemi nerazzurri.

Il problema principale resta la vera mancanza di alternative. Il turnover effettuato ieri ha messo in luce tutte le lacune della squadra di Conte. La difesa senza De Vrij è vulnerabile ad ogni attacco poichè Skriniar non è adatto a giocare in una difesa a tre.

Il centrocampo soffre terribilmente l’assenza di Brozovic. Il croato è il faro del centrocampo e senza di lui l’azione stenta a ripartire. Brozovic è colui che detta i tempi di gioco alla squadra e la sua assenza e allo stesso tempo la non disponibilità di Sensi non rendono le cose facili. Proprio Sensi infatti dovrebbe essere il suo sostituto ma l’ex Sassuolo è fermo ai box da troppo tempo e anche il suo riscatto non sembra essere così scontato.

Marcelo Brozovic

Le corsie laterali invece hanno bisogno di un drastico miglioramento. Il sogno di Conte rimane Marcos Alonso, uomo capace di ricoprire la fascia sinistra in maniera ottimale. Biraghi quasi sicuramente non verrà riscattato. Rimangono così Candreva, Young e Moses con Lazaro in prestito al Newcastle e ovviamente l’incognita Dalbert che nessuno vorrebbe facesse ritorno a Milano.

La squadra di Conte ha elementi di caratura internazionale. Handanovic, Lautaro, Eriksen, Lukaku, De Vrij…sono elementi di tutto rispetto e che qualsiasi big d’Europa vorrebbe avere. Quello che manca all’Inter è avere ricambi adatti nel momento opportuno. Inoltre il tecnico salentino dovrà capire perché a tratti emerge sempre quel lato di “pazza Inter” che lui stesso ha voluto estirpare o meglio, ha tentato di estirpare per rendere la squadra di Milano una corazzata già dalla prima stagione.

Forse la voglia di vendetta nei confronti della Juventus è stata messa prima del bene dell’Inter? Probabilmente si. Forse per la prima volta da quando è allenatore al nome di Conte sta per essere allegato l’aggettivo di limitato? Probabilmente si. L’unica cosa certa è che a meno di un drastico cambio di rotta, la squadra nerazzurra rischia anche di perdere il terzo posto in favore della Dea che non accenna a fermarsi.