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La Finlandia offre Hijab a qualsiasi calciatrice che ne voglia uno

Se ci sono Nazioni che hanno fatto dell’uguaglianza e delle pari opportunità una vera e propria ragione di vita, tra questi c’è sicuramente la Finlandia. Da quasi un anno il paese scandinavo ha un nuovo governo di coalizione guidato da cinque donne e sta affrontando in modo efficiente la pandemia di coronavirus, contemporaneamente alla redazione di un ambizioso Programma per l’uguaglianza che afferma, tra le altre cose, che ognuno ha il diritto di determinare la propria identità di genere.

Anche nello sport la Finlandia lascia il segno con una nuova iniziativa della massima divisione di calcio femminile, la National League, che ha deciso di offrire l’hijab a qualsiasi calciatrice che ne voglia uno. Si è pensato quindi di apportare delle modifiche nel contenuto dei kit delle squadre tali da comprendere anche la possibilità di distribuire il tipico copricapo usato dalle donne islamiche oltre che pantaloncini e calzettoni della loro squadra di appartenenza.

La Finlandia è nota per essere un paese di pari opportunità“, ha dichiarato al riguardo Heidi Pihlaja, responsabile dello sviluppo del calcio femminile della Federcalcio finlandese, in un comunicato stampa ripreso dalla CNN “più appropriate per l’hijab. Tuttavia sappiamo che c’è ancora molto da fare – ha proseguito – poiché la Finlandia sta diventando una società sempre più diversificata. Donando l’hijab vogliamo dimostrare la nostra dedizione nel rendere il calcio accessibile a tutti

Per noi l’uguaglianza significa accettare tutti per come sono, indipendentemente dalle loro convinzioni religiose, dal colore della loro pelle o da altri attributi e identità. Ci auguriamo che dando l’esempio, incoraggiamo altre associazioni sportive e calcistiche a unirsi a noi nella promozione dell’uguaglianza e dell’equità nello sport ” ha concluso Pihlaja.

Secondo un sondaggio condotto dal Pew Research Center nel 2018, afferma l’articolo della CNN, quasi due terzi dei finlandesi “hanno rivelato di credere che l’Islam sia fondamentalmente incompatibile con la cultura e i valori in Finlandia“, mentre oltre un quarto ha indicato che non accetterebbero un musulmano come membro della famiglia. Tuttavia, secondo l’organo di governo, promuovere l’uguaglianza e la diversità, per il movimento del calcio finlandese è argomento da trattare “molto sul serio”.

Negli anni precedenti la federazione calcistica ha preso due importanti decisioni. Quella di eliminare la parola donne dal campionato maggiore proprio per non creare diversità già esistenti nello sport. L’altra che annunciava la parità di retribuzione tra calciatori e calciatrici di squadre nazionali. Una decisione che mostra tutta la sua lungimiranza e modernità dal momento che non trova riscontro in molti altri paesi europei, Italia compresa.

#HandsOffMy Hijab

Questo vale non solo per il calcio ma per tutte quelle situazioni di inclusione ancora non pienamente accettata. In Francia, ad esempio, nel 2004 sono stati vietati gli indumenti religiosi, incluso l’hijab musulmano nelle scuole statali. Nel 2010 anche il velo integrale in pubblico. La risposta delle Nazioni Unite è la dichiarazione che il divieto del niqab, il velo presente nella tradizione araba preislamica e in quella islamica, che copre l’intero corpo della donna, compreso il volto, potrebbe emarginare ulteriormente le donne musulmane ed è una violazione dei loro diritti umani.

Il progetto con Nike

Il progetto hijab finlandese è una collaborazione con Nike ed è stato pianificato con Sara Salmani, esperta di diversità, equità e inclusione.

Negli ultimi mesi l’hijab e il loro divieto sono arrivati ​​ai titoli dei giornali di tutto il mondo. Ciò dimostra che l’islamofobia sta rafforzando il suo punto d’appoggio nel mondo“, ha detto Salmani.”È fantastico che la Finlandia agisca da precursore e dimostri che la diversità appartiene sia allo sport che alla vita di tutti i giorni. La donazione dell’hijab dimostra che la Lega nazionale sostiene veramente i loro valori e le loro parole, pur continuando il loro lavoro attivo contro il razzismo e la discriminazione“.

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