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La Formula 1 e quella “Z” che va a fondo

L’aerodinamica è la padrona del gioco in Formula 1, e per farla funzionare bisogna andare…a fondo! Tra le chiavi di volta per primeggiare nel 2021, il fondo piatto è forse la più importante, in quanto oggetto di un importante cambio regolamentare. Queste modifiche hanno comportato una notevole perdita di carico, che i team hanno cercato di recuperare (in parte) con soluzioni originali. E da qui che nasce la storia della “Z”, diventata la via più percorsa per la ricerca del carico perduto. A Imola, l’hanno adottata quasi tutte le squadre, con Ferrari e Williams che sono entrate nel club proprio nel corso del GP dell’Emilia Romagna. In questo articolo, cerchiamo di spiegare il significato della “Z”, ed il motivo per cui è diventata una lettera magica.


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Cos’è la “Z” sul fondo delle F1?

Fin dal primo GP in Bahrain, sui fondi delle monoposto sono comparse delle appendici a forma di “Z”, ubicate nella parte posteriore degli stessi davanti alla ruota posteriore. La posizione delle appendici non è casuale: il regolamento 2021 ha introdotto un “taglio” dell’estensione del fondo piatto proprio in quell’area, stabilendo un limite d’estensione ben preciso. Nello specifico, l’area deve fermarsi entro una linea diagonale immaginaria, lunga 10 cm a partire dalla parte anteriore della ruota posteriore. Ciò ha comportato una grossa perdita di carico aerodinamico in quella zona, mettendo in difficoltà i team. C’è chi ha perso di più, come la Mercedes, e chi meno, come la Ferrari. Per le scuderie è fondamentale recuperare carico in quell’area, per ridare grip alle ruote motrici. La soluzione della “Z” serve proprio a questo, anche se potrebbe sembrare un controsenso.

Strano ma efficace

Un fondo piatto crea una pressione negativa dell’aria sotto la vettura, generando carico aerodinamico. Per farlo, occorre una superficie la più lineare ed estesa possibile, per avere un flusso d’aria ordinato. Appendici come le “Z” rischiano di ridurre tale superficie, accentuando le perdite. Ma, allo stesso tempo, creano dei vortici che vengono poi risucchiati nell’estremità inferiore del fondo stesso, aumentando il carico generato. Per ottenere tale effetto, sulle appendici vengono aggiunte delle alette al di sopra delle “Z”, per “spezzare” il flusso d’aria. Le appendici hanno anche un altro scopo. Il “taglio” diagonale del fondo piatto ha creato sulle Formula 1 il fenomeno del flutter, dei ricircoli di aria che si ripetono ciclicamente una volta raggiunta una velocità critica. Le “Z” aiutano a spezzare questi cicli, ripulendo il flusso e generando quindi un carico più costante.

Dopo Imola, le appendici speciali sul fondo piatto sono adottate da Mercedes, Red Bull, Alpha Tauri, Aston Martin, Alpine, Ferrari e Williams. All’appello mancano McLaren, Alfa Romeo e Haas, che ancora non hanno mostrato le loro versioni. Chissà se si uniranno anche loro al club…