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La IndyCar da l’addio a Bobby Unser

Il mondo della IndyCar piange la scomparsa di Bobby Unser. Il tre volte vincitore della 500 miglia di Indianapolis si è spento ieri nella sua abitazione di Albuquerque, New Mexico, per cause naturali. Aveva 87 anni. Oltre alle vittorie a Indy, Unser è stato due volte campione USAC IndyCar, ed ha raccolto diversi successi tra monoposto, sprint car e la celebre cronoscalata del Pikes Peak. Bobby apparteneva alla leggendaria famiglia da corsa degli Unser: suo fratello Al Unser Sr ha vinto ben quattro volte la 500 miglia, il nipote Al Unser Jr (figlio di Al Sr) due. Il fratello maggiore Jerry Unser è stato il primo membro a correre a Indy, perdendovi la vita nel 1959. Bobby era sposato con Lisa, e padre di quattro figli: Robby, Bobby Jr, Cindy e Jeri.

Chi era il Bobby Unser pilota?

Nato a Colorado Springs, ma cresciuto ad Albuquerque, Unser iniziò a correre nel circuito delle Sprint Car nel 1949. Dopo essersi arruolato nella US Air Force, nel 1955 entrò nel circuito USAC di sprint car, dove ottenne diversi successi. Queste vittorie gli spalancarono le porte della IndyCar, all’epoca organizzata dalla stessa USAC. Esordì nel campionato nel 1962, ottenendo la prima vittoria due anni dopo a Mosport in Canada. Nella IndyCar vinse due titoli, nel 1968 e nel 1974, con 35 vittorie.

Tre di questi successi li ottenne alla 500 miglia di Indianapolis. La sua prima partecipazione fu nel 1963, con il team di Andy Granatelli, ma si ritirò quasi subito per un problema tecnico. Il primo trionfo fu nel 1968, per poi replicare nel 1975 e nel 1981, correndo per il leggendario team di Roger Penske (per la quale correva anche il fratello Al Sr.). L’ultima corona fu la più “sofferta”, causa una controversia regolamentare. La direzione gara lo escluse dalla classifica per un presunto sorpasso in regime di caution. Bobby e Penske presentarono ricorso, ma venne respinto. Seguì una causa legale da parte del “Capitano”, che si concluse con la restituzione della vittoria ed una multa di 40 mila dollari. Amareggiato, Unser si ritirò dalle corse. Negli anni successivi divenne commentatore TV per ESPN, facendosi notare per la sua competenza (e per i litigi con Sam Posey in cabina di commento!). Nel 1990 entrò nella Hall of Fame dell’Indianapolis Motor Speedway.

Unser ebbe anche una carriera proficua nella cronoscalata del Pikes Peak, seguendo le orme del padre Jerry Sr. Sulle mille curve del Colorado ottenne 13 vittorie di classe, e per dieci volte ricevette il premio “King of the Mountain” riservato a chi ottiene il miglior tempo assoluto. Si mise al volante di auto leggendarie come l’Audi Sport Quattro Gruppo B, con la quale nel 1986 batté il record fatto registrare l’anno prima da Michele Mouton.


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