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Gara valida per l'undicesima giornata della Serie A 22/23. Da una parte c'è la truppa di Thiago Motta, ancora in cerca della sua identità....
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La Juve soffre, ma torna a vincere!

Gara matta all’Alberto Picco di La Spezia. La Juve soffre tantissimo, ma di rabbia e con le unghie e con i denti porta a casa i tre punti. Apre Kean le marcature, poi Gyasi riprende la sfera. Ad inizio ripresa Antiste porta avanti gli spezzini, ma Chiesa e De Ligt ribaltano. Prima vittoria in campionato per la Juventus, lo Spezia crolla.

Quali sono state le scelte dei tecnici?

Thiago Motta disegna un 4-2-3-1 per il suo Spezia. Zoet tra i pali e linea difensiva con Amian, Hristov, Nikolaou e Bastoni. In mediana giocano Ferrer e Bourabia. Sulla trequarti c’è una sorpresa: Maggiore in posizione di trequartista affiancato dai soliti Verde e Gyasi. In avanti c’è il solo Antiste.
Massimiliano Allegri conferma il 4-4-2. In porta c’è Szczesny e davanti a lui la coppia Bonucci-De Ligt. Sulla destra c’è Danilo, a sinistra spazio per Mattia De Sciglio. Chance per Mckennie in mezzo al campo con Bentancur. Rabiot e Chiesa si sistemano sulle corsie esterne. In avanti c’è Kean a fare coppia con Dybala.
Arbitra il direttore di gara Gianluca Aureliano. Si gioca allo stadio Alberto Picco di La Spezia.

Parte bene la Juventus, ma lo Spezia non molle

La Juventus vuole vincere, ma lo Spezia non resta di certo a guardare. Il pressing degli spezzini funziona bene e i bianconeri sono costretti ad affidarsi ai lanci lunghi. Proprio da questa situazione nasce il vantaggio bianconero al 28′: Rabiot accoglie il servizio di Bonucci e serve Kean. Tiro secco dell’attaccante e vantaggio ospite. La reazione dello Spezia è veemente e porta i suoi frutti. Verde impegna Szczesny, sulla ribattuta arriva Gyasi che calcia con deviazione e trova il gol. Nel finale di gara Zoet salva i suoi su uno splendido tiro di Dybala. All’intervallo è 1-1.

La Juve soffre, ma alla fine vince

Quattro minuti di orologio e lo Spezia trova il vantaggio. Rinvio dalla difesa, Bonucci sbaglia e Antiste si lancia verso la porta. La conclusione è deviata, ma risulta decisiva. La Juventus rischia il tracollo e attacca a testa bassa. Zoet e difesa reggono l’urto, ma c’è dell’altro: Antiste sfiora il tris su cui è decisivo Locatella salvando sulla linea di porta. Al 67′ arriva il pareggio con Chiesa: un gol di rabbia, frutto della garra del giocatore italiano. La Juventus prende il coraggio e al 73′ la ribalta con De Ligt sugli sviluppi di un corner. Nel finale Szczesny è miracoloso su Maggiore e salva il risultato. Vince la Juventus, ma di buono c’è solo il risultato.

Pareri sulla Juventus

Insomma, da salvare c’è solo il risultato e la prestazione di alcuni giocatori. Il gioco continua a latitare nonostante qualche sprazzo anche gradevole. Troppo poco però, sei la Juventus e non puoi giocare a sprazzi. Massimiliano Allegri deve lavorare, ma soprattutto cambiare registro. Dopo il primo gol la Juventus ha nuovamente e incomprensibilmente abbassato la linea difensiva. La gestione della squadra non convince, viene salvato solo dai singoli. Incomprensibile portare avanti questa personale battaglia sulla gestione e difesa del risultato. Si poteva fare fino a due anni fa, ora non più. L’impressione è che sia rimasto indietro di due anni.

La Juve soffre e si salva con i singoli. La voglia di Chiesa sia da esempio

Kean, Chiesa e De Ligt. I giovani che hanno salvato la Juventus da un buco nero. Loro sono il volto della Vecchia Signora che non muore mai e che vuole reagire. Il gol di Chiesa e la prestazione sono emblematiche: qualità, garra e gol. Il tunnel e la cattiveria sulla rete del pareggio siano da esempio all’intero organico: dal periodo nero si esce solamente con la reazione. Stessa cosa per De Ligt e Kean: la loro partita è stata di assoluto livello per intensità, quantità e abnegazione alla causa.

La Juventus sa di poter giocare bene. Ora la palla passa ad Allegri.