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La NASCAR prova le gomme rain a Martinsville

Una giornata storica per la NASCAR in quel di Martinsville. Il primo aprile, la federazione americana delle stock car ha organizzato un test sul mezzo miglio della Virginia per provare le gomme rain in condizioni di bagnato. Nonostante un clima non proprio primaverile, Chis Buescher e Kyle Larson hanno girato su un asfalto inumidito artificialmente, dichiarandosi soddisfatti per l’esito. Soddisfazione anche da John Probst, vice presidente delle innovazioni sportive, il quale ha definito il test produttivo. Siamo vicini ad una gara su ovale sotto la pioggia? E’ ancora presto per dirlo. Urge in questo senso qualche riflessione su un campionato che vuole rinnovarsi, senza però perdere il suo contatto con la tradizione.

Cosa vuol dire il test della NASCAR a Martinsville?

Uno dei motivi di maggiore frustrazione per i tifosi sono le interruzioni per la pioggia, che spesso sono interminabili. Lo abbiamo visto l’anno scorso in Texas, dove la corsa fu rinviata per tre giorni di fila! Se su tracciati brevi e piatti fosse possibile correre anche in condizioni di asfalto umido, non sarebbe meglio? La NASCAR ha deciso di provare, o meglio, di riprovare. Già nel 1995 Terry Labonte girò sulla stessa pista con pneumatici rain, ma non andò molto bene. Oggi le cose sembrano promettere bene, grazie anche al fatto che le coperture da pioggia sono di uso comune sui circuiti stradali.

le sfide da affrontare sono molte. In primis, bisogna valutare se questo tipo di gara è fattibile. Le piste ovali non gradiscono l’acqua, perché il banking accentua la perdita di grip. Sugli short track, che sono “piatti”, il problema non dovrebbe ripresentarsi, e infatti le impressioni dei piloti tester sono state buone. Ma c’è un altro nodo da sciogliere, quello delle procedure. Nella NASCAR non funziona come in F1, dove basta un pit stop per prepararsi. Occorre attrezzare le vetture con parabrezza di vetro, tergicristalli, ecc. Ma soprattutto, si deve decidere se il cambio di coperture va obbligato dalla direzione gara, con tanto di competition caution, o di lasciare libero arbitrio ai team. Senza contare che la Goodyear deve produrre un numero di treni elevato, sufficienti per soddisfare le richieste di tutti i partecipanti.

Insomma, prima di vedere le stock car sguazzare sull’acqua su di un ovale bisognerà aspettare ancora. Intanto, però, hanno fatto un passo in avanti.


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