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La Serie A non è un torneo per giovani italiani

Nonostante i continui proclami e dichiarazioni volti al rilancio del nostro movimento calcistico, la Serie A continua a non dare spazio sufficiente ai giovani italiani. L’ennesimo allarme è stato lanciato da Paolo Nicolato, attuale commissario tecnico della Nazionale Under 21. L’allenatore veneto ha dichiarato, nello specifico, che in base ad una statistica effettuata personalmente, ha riscontrato che in questo momento nel massimo torneo ci sono soltanto cinque calciatori azzurri titolari, tre dei quali fanno parte dell’Italia di Roberto Mancini. Invece in Serie B il numero sale a 13, mentre altri 12 giocano come riserve.

Paolo Nicolato: CT della Nazionale italiana Under 21.

Il tecnico ha sottolineato che il livello della Serie A in questo periodo non è dei migliori, aggiungendo di essere piuttosto preoccupato per la scarsa considerazione che i vari club hanno dei talenti nostrani. Tutto ciò ha fatto emergere un incredibile paradosso: infatti, se fino a qualche anno fa se non si giocava nella propria squadra si rischiava di non essere convocati in Nazionale, oggi invece è proprio la maglia azzurra il trampolino di lancio per conquistare un briciolo di spazio nei club di appartenenza.

Dunque, non bisogna sorprendersi se (purtroppo) in questo momento l’Under 21 italiana è appena al terzo posto nel girone A di qualificazione ai prossimi Europei, alle spalle di Irlanda e Islanda. Questo deludente risultato è figlio della scarsa esperienza accumulata dai giovani italiani in Serie A (e anche nel campionato cadetto) che ostacola le operazioni di convocazione dei migliori prospetti in circolazione che spesso sono destinati a guardare le partite dalla panchina.

Giovani italiani sottovalutati: Serie A sempre più «vecchia»

Partendo dalle affermazioni di Nicolato, c’è un dato statistico generale che conferma la sua preoccupazione in merito allo scarso utilizzo dei giovani italiani nel massimo torneo nazionale. Ad esempio, in questa stagione sono appena cinque i calciatori nati dal 1° gennaio 1998 che sono riusciti a totalizzare sette gare da titolari. Si tratta innanzitutto di Tonali (Brescia), Donnarumma (Milan) e Zaniolo (Roma) che già sono nel giro della Nazionale maggiore di Mancini. Inoltre ci sono Luca Pellegrini (Cagliari) e Pinamonti (Genoa). Alle loro spalle troviamo l’astro nascente della Fiorentina, Sottil, che ha totalizzato sette gettoni di presenza totali, partendo dal primo minuto solo in tre occasioni. Quindi Bastoni che spesso viene utilizzato nell’Inter di Antonio Conte come riserva dei titolari Skriniar, De Vrij e Godin. Dopo di loro non c’è più nessuno.

Donnarumma, portiere titolare del Milan.

Ampliando la portata del discorso, la Serie A è la competizione che in questo periodo concede meno opportunità ai giocatori che potenzialmente potrebbero essere convocati nelle varie Under 21: appena 44 nel complesso, ossia la quota più bassa rispetto agli altri principali campionati europei. Soffermandosi sui giovani italiani, si ha una percentuale del 42% di quelli che sono stati schierati in campo, e questa rappresenta la quota più bassa nella storia del calcio nostrano. Dunque, i talenti azzurri sono costretti a sgomitare per conquistare un posto in panchina, oppure per cercare di fare esperienza devono approdare in Serie B, un torneo che naturalmente ha una competitività più bassa rispetto alla Serie A.

Questa tendenza negativa si riflette inevitabilmente sulle varie categorie della Nazionale italiana. Roberto Mancini sta ottenendo risultati positivi sfruttando al massimo le risorse a sua disposizione. Invece Nicolato sta facendo davvero molta fatica a puntare su una formazione titolare che possa dare delle garanzie, lamentando la mancanza di esperienza e minutaggio anche nei ragazzi più promettenti. E continuando su questa strada, le difficoltà potrebbero esserci in un futuro nemmeno troppo lontano per la Nazionale maggiore, quando ci potrebbero essere grossi problemi nell’individuare e lanciare i volti nuovi su cui fondare il rinnovamento azzurro.

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