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La Suzuki avrà (finalmente) l’holeshot

L’holeshot device è un must-have della MotoGP, e la Suzuki finalmente si adegua. Il direttore tecnico Ken Kawauchi ha annunciato che, a partire dal GP di Stiria, anche le GSX-RR di Joan Mir e Alex Rins adotteranno il sistema, al momento solo per l’asse posteriore. “Si può sempre migliorare e l’arrivo del regolatore di altezza posteriore aiuterà i nostri piloti a rendere di più. Quando si corre in MotoGP, al livello più alto, la sfida è migliorarsi continuamente“, ha commentato Kawauchi. La soluzione è arrivata a seguito della richiesta dei piloti, i quali lamentano mancanze nello sviluppo della moto.

Holeshot device: Suzuki si rimette a pari?

Quella del sistema holeshot è l’ultima guerra tecnologica della MotoGP. La Ducati lo introdusse nel 2019, impiegando un principio già in uso da anni nel motocross e nel supermotard. Il principio consiste nell’abbassare la moto per non farla impennare e per darle la massima trazione in partenza (holeshot è un termine mutuato dal cross). La casa bolognese ha evoluto il sistema, inserendolo anche all’asse anteriore ed allargandone l’impiego anche oltre il semplice stacco della frizione. Allo stato attuale, il sistema è diventato un vero e proprio correttore d’assetto, che offre grandi vantaggi in uscita di curva. Le altre case hanno capito la situazione e si sono attrezzate, per evitare di essere seminate dalla Ducati. Honda e Yamaha hanno i propri sistemi su entrambi gli assi, e anche KTM e Aprilia si sono adeguate. All’appello manca proprio la Suzuki, che è sembrata dormiente nell’ambito delle evoluzioni della moto.

Uno sviluppo da riprendere

Il primo a lanciare l’allarme su questo fronte è stato Joan Mir, il quale ha lamentato di una moto troppo simile alla 2020. Il campione del mondo teme di non poter riconfermare il titolo con la situazione tecnica attuale, specie con una Fabio Quartararo in forma strepitosa e perfettamente a suo agio con una Yamaha “aggiornata”. La Suzuki è sempre molto precisa dal punto di vista tecnico, progettando buone basi ed evolvendole a piccoli passi. Ma quest’anno non sembra aver capito il passo preso dai rivali, ed ora si ritrova ad inseguire. L’holeshot device è un buon passo in avanti, ma non basta. Il dispositivo è solo al posteriore, quando i rivali lo hanno a disposizione anche all’anteriore. E soprattutto, non è sicuro al 100% che sarà operativo in gara. I collaudatori hanno finito di testarlo da poco tempo, e manca ancora la delibera finale dei piloti. Mir e Rins lo proveranno nel corso delle libere della Stiria, e se sarà OK, potrebbero impiegarlo in gara. Per una seconda parte di stagione che, inevitabilmente per loro, sarà tutta all’attacco.


GP Stiria: gli orari e la programmazione TV


Immagine in evidenza di Suzuki Racing, per gentile concessione