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Le dimissioni di Eddie Gossage e altre nuove sulla NASCAR

Bentornati al nostro consueto appuntamento con il notiziario della settimana dedicato alla NASCAR. Ne sono successe di cosa in questi giorni! La prima nuova di questo periodo è l’addio di Eddie Gossage, che a giugno lascerà il suo incarico. Poi ci sono alcune nuove sul fronte economico, pandemico e qualche flash in prospettiva del prossimo weekend al Circuit Of The Americas. A questo punto, non resta che allacciarsi le cinture, e scendere in pista!

Chi è Eddie Gossage, e perché lascia?

La notizia bomba della settimana riguarda Eddie Gossage, che lascerà il suo incarico da general manger del Texas Motor Speedway. Eddie andrà via dopo la All Star Race del 13 giugno, per andare in pensione. Gossage è una vecchia volpe delle corse, con ben 32 anni di esperienza nella gestione dei circuiti. Ha cominciato con il Charlotte Motor Speedway, contribuendo tra le altre cose alla prima corsa in notturna su un ovale da un miglio e mezzo, la All Star Race del 1992. L’impresa, giudicata da molti impossibile, è stata un successo. nel 1997, il proprietario del circuito Burton Smith gli ha proposto di gestire il nuovo impianto che stava realizzando appena fuori l’area di Dallas-Fort Worth, oggi noto come Texas Motor Speedway. Sotto la sua gestione, la pista è parte fissa del calendario NASCAR, con due appuntamenti stagionali. Ha anche aperto le porte alla IndyCar, prima con la IRL e poi con la CART. Con quest’ultima è finita molto male nel 2001, con una gara cancellata per ragioni di sicurezza. In quella occasione è venuto fuori il lato controverso di Gossage, personaggio battagliero e senza peli sulla lingua. Dopo quella debacle, infatti, ha fatto causa alla CART, per poi giungere ad un accordo stimato in 5 milioni di dollari.


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Covid addio

La NASCAR sembra essersi definitivamente alle spalle la pandemia, grazie anche alle vaccinazioni. A Dover è stato inaugurato il nuovo protocollo sanitario, che non prevede più l’obbligo d’indossare le mascherine negli spazi aperti. Una novità quasi rivoluzionaria di questi tempi, che ha suscitato non poco clamore. Secondo la federazione, i dati raccolti dopo più di un anno hanno stabilito che le possibilità di contagio nelle aree aperte sono pari a zero, di qui la decisione di rimuovere l’obbligo. Permangono le altre misure, che prevedono d’indossare la mascherina nei luoghi chiusi.

Oltre all’addio parziale ai dispositivi di protezione, c’è da segnalare la liberalizzazione dei posti a sedere. È di poche ore fa la notizia che il Charlotte Motor Speedway autorizzerà la piena capienza degli spalti, dopo aver ottenuto l’OK da parte del governatore Roy Cooper. Quasi tutti i tracciati, da Pocono a Darlington, a Daytona al Kansas avranno la stessa opportunità, grazie all’OK ricevuto dalle autorità sanitarie. A tappe forzate, la NASCAR sta tornando alla piena normalità.

I conti che tornano. Oppure no

Passiamo all’economia, con due argomenti scottanti. Il primo riguarda la Next Gen Car, che due settimane fa è stata presentata nella sua versione “brandizzata”. La vulgata è che questa vettura farà risparmiare parecchio i team, grazie a diverse parti omologate. Ma la stagione d’esordio potrebbe riservare una brutta sorpresa: con l’introduzione della nuova macchina, le squadre potrebbero addirittura spendere di più! “Le vetture attuali diventeranno ovviamente obsolete“, spiega David Wilson, presidente di Toyota Racing Development, “ragion per cui tutti dovranno rifare l’inventario“. Wilson tuttavia afferma che la Next Gen farà effettivamente risparmiare denaro, ma dovremo aspettare dopo il 2022 per vederne gli effetti.


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Il secondo fronte economico riguarda il charter system. I nuovi regolamenti vivacizzeranno il mercato delle franchigie, con alcune formazioni che sono interessate ad entrare nel giro. Il JTG Daugherty, per esempio, sta cercando un charter per la numero 37, guidata attualmente da Ryan Preece. Il Rick Ware Racing possiede quattro franchigie, ma sta valutando di metterne una “a noleggio”, a disposizione di chi ne farà richiesta. Tra le scuderie interessate vi sono il Trackhouse Racing e la Spire Motorsports, le quali puntano ad ottenere un secondo charter, per espandere le loro operazioni in pista.

Da Eddie Gossage a Paul Menard, ovvero, le notizie in breve

Concludiamo con alcuni flash. Il primo riguarda Paul Menard, che fa il suo ritorno in gara. Il 41enne sarà al via della gara Truck al COTA a bordo di un Toyota messo a disposizione dal Thorsport Racing. Menard, ritiratosi nel 2019, vanta 471 presenze nella Cup Series tra il 2003 ed il 2019, con 69 top ten all’attivo. Ha vinto una sola gara in carriera, la Brickyard 400 del 2011 battendo un certo Jeff Gordon. È il figlio di John Menard, proprietario del mobilificio Menard’s che sponsorizza Ryan Blaney ed il team Wood Brothers.

La JR Motorsport vince l’appello contro la squalifica di Noah Gragson a Darlington. I giudici hanno riconosciuto che la valutazione della NASCAR era sbagliata, e che gli attacchi delle sospensioni erano regolari. La scuderia di Dale Earnhardt Jr si è vista restituire i 40 mila dollari di montepremi per aver vinto il Dash 4 Cash, concorso riservato ai migliori piloti iscritti al campionato full time.

La Race Team Alliance ha commissionato alla Nielsen uno studio sui possibili benefici dello spostamento del numero di gara. I risultati preliminari sarebbero che, collocando tale numero più avanti, si creerebbe un aumento di valore delle sponsorizzazioni. La NASCAR aveva già sperimentato questa locazione nella All Star Race del 2020, con risultati contrastanti. In caso di parere favorevole, l’idea potrebbe essere introdotta già la prossima stagione.