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Livio Berruti: Il Campione Olimpico Italiano che a Roma fece sognare

Oggi 19 Maggio Livio Berruti compie 81 anni.

Livio Berruti è stato un ex velocista, e alle Olimpiadi di Roma del 1960 vinse la medaglia d’oro nei 200 metri piani.

Un impresa storica, che ha fatto appassionare anche le persone che non seguivano l’Atletica Leggera come sport principale.

Questa vittoria fu ancora più importante perchè spezzò il dominio degli Statunitensi, e anche perchè Livio fu il primo Italiano a gareggiare e a vincere una finale Olimpica.

Livio Berruti venne soprannominato “l’angelo”, per la leggerezza della falcata e la grazia con la quale esprimeva la sua potenza e continua a essere un modello di tecnica di corsa veloce.

Il record di Berruti fu realizzato su terra battuta e non sulle superfici sintetiche moderne, che restituiscono la spinta impressa.

Il 26 febbraio 2006 è stato portatore della bandiera olimpica nel corso della cerimonia di chiusura dei XX Giochi olimpici invernali, tenutisi a Torino.

Nell’anno 2018 è stato nominato Presidente Onorario dell’ISEF Torino.

Leggi anche: Lutto nell’atletica leggera: è morto Donato Sabia.

Gli Esordi di Livio Berruti

Inizia anche a frequentare il centro sportivo della Lancia nella speranza di poter praticare il tennis.

Poi a diciassette anni sfida per gioco il campione della scuola nei 100 metri piani: lo batte.

Scoperto il proprio talento nella velocità, si dedica a questa specialità.

Alla fine dell’anno scolastico sarà uno dei migliori velocisti dell’Italia intera.

Quell’esplosività nelle caviglie mostrata con il salto in alto sarà una qualità che si renderà preziosa nelle partenze.

Ha solo diciotto anni quando nel 1957, a quasi 20 anni di distanza, eguaglia il record italiano dei 100 metri (10″4) stabilito nel 1938 da Orazio Mariani.

Il Padre di Livio Berruti Michele non vuole che continui a praticare sport

Il padre Michele quando viene a sapere che facevano provare i 200 metri al figlio, invia una lettera allo staff della Nazionale, diffidandoli dal proseguire, preoccupato per il gracile fisico di Livio.

Non gli daranno retta.

Nel 1958 abbassa il record di un decimo: il tempo di 10″3 vale a Berruti il primato mondiale juniores.

Passa un anno ed eguaglia, prima, e migliora, poi, il record italiano dei 200 metri: a Malmoe in Svezia, porta il tempo a 20″8.

All’Arena di Milano, su una pista di 500 metri (quindi con curva più breve), corre in 20″7.

A Duisburg supera nei 100 metri il fortissimo Hary.

Nei 200 batte il francese Abduol Seye, detentore del miglior tempo europeo.

1960: La preparazione alle Olimpiadi di Roma

Alla fine del mese di maggio 1960 corre a Verona in 10″2 i 100 metri, stabilendo un nuovo primato italiano; poi però viene sconfitto a Londra sulla stessa distanza da Radford.

A Varsavia conferma il 20″7 nei 200.

Si avvicinano le Olimpiadi.

Aristide Facchini, tecnico della squadra delle Fiamme Oro e suo allenatore, convince Berruti a puntare solo sulla gara dei 200 metri, senza correre i 100.

La vittoria alle Olimpiadi di Roma del 1960

Arrivano finalmente i Giochi Olimpici di Roma.

I principali antagonisti sono i tre statunitensi Norton, Johnson e Carney, oltre ai due europei Radford e Seye.

Berruti gioca “in casa” e, forte dell’incitamento del pubblico, realizza i migliori tempi sia in batteria, sia nei quarti di finale.

Il grande favorito sembra essere comunque Seye, il quale domina la prima semifinale.

Nella seconda semifinale Berruti deve lottare anche mentalmente con il fatto di trovarsi ai blocchi con a fianco tre detentori del primato del mondo.

Norton, Johnson e Radford.

Una curva perfetta per la Vittoria di Livio Berruti

Sono passate solo poche ore dalla semifinale.

Sono le ore 6 nel pomeriggio di sabato 3 settembre quando parte la finale.

Berruti, 180 cm per 66 kg, sembra divorare la curva.

Livio corre una curva perfetta e quando entra nel rettilineo, una colomba si leva in volo proprio dalla corsia dell’italiano.

Berruti, che è solito farsi notare indossando occhiali scuri e calzini bianchi, domina la corsa.

All’ingresso del rettilineo è in testa.

 Seye e Carney stanno rimontando, ma è Livio Berruti che taglia il traguardo del filo di lana per primo.

E, pur non spingendo sino in fondo sul suo acceleratore, conclude eguagliando il vigente record mondiale di 20″5.

Prima di questo giorno nessuno sprinter azzurro è mai riuscito a entrare in una finale dei Giochi Olimpici.

Bisognerà attendere Pietro Mennea nel 1980 per eguagliarlo.

A coronamento della sua Olimpiade, Berruti parteciperà (con Sardi, Ottolina e Colani) alla staffetta 4×100.

La squadra manca per un centesimo la medaglia di bronzo, ma stabilisce con 40″0 il nuovo primato italiano.

Per la sua storica prestazione riceve una “500” dalla Fiat, 800.000 Lire dal CONI per la medaglia d’oro e 400.000 Lire per il record mondiale.

Leggi anche: Atletica Leggera, Campionati Mondiali da riprogrammare?.

Le Parole di Gianni Brera su Livio Berruti

Di lui Gianni Brera scrisse:

L’impressione che da Livio Berruti all’esterno è sconvolgente.

I muscoli deflagrano come in frenesia, ma il gesto è di eleganza incredibile, mai vista.

Le altre gare di Livio Berruti dopo la vittoria dell’Olimpiade di Roma

La carriera agonistica di Berruti attraversa poi fasi alterne.

Vinse comunque i titoli italiani dei 100 m e 200 m dal 1957 al 1962, e altri due titoli sui 200 m nel 1965 e nel 1968.

Si presenta nella sua forma migliore alla vigilia dei Giochi Olimpici di Tokyo 1964.

Corre la semifinale in 20″78 arrivando quinto nei 200 metri, primo bianco e primo europeo.

Con la squadra di staffetta 4×100 arriva settimo e abbassa il record nazionale a 39″3.

Le tre partecipazioni ai Campionati Europei gli portarono solo un settimo posto nella finale dei 200 m del 1966.

Il 1968 è il suo ultimo anno ad alto livello.

Corre i 200 m in 20″7 a Trieste e partecipa alle Olimpiadi di Città del Messico.

Ancora una volta con la staffetta 4×100 arriva settimo e ottiene un nuovo primato italiano (39″2).

I problemi ai tendini si fanno più acuti e decide di ritirarsi.