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Marc Marquez tornerà a correre?

Marc Marquez tornerà a correre? O almeno riuscirà a guarire dal disturbo alla vista che gli è stato diagnosticato? Sono queste le domande che gli appassionati di MotoGP si stanno ponendo negli ultimi giorni. L’otto volte campione del mondo soffre infatti di diplopia, ovvero sdoppiamento dell’immagine. Nicola Acciarri, neurochirurgo dell’Ospedale Bellaria di Bologna, ha espresso il proprio parere medico.


Stagione al capolinea per Marc Marquez


Parla Acciarri: Marc Marquez tornerà a correre?

Ancora non si conosce con certezza la risposta a questa domanda. Marc Marquez, tra i piloti più vincenti della storia della MotoGP, durante un allenamento di motocross è caduto ed ha sbattuto la testa. La botta gli ha causato un leggero trauma cranico, poi esami specifici hanno portato alla luce un disturbo visivo per cui Marc era già stato operato nel 2011: la diplopia. Il neurochirurgo Nicola Acciarri, dell’Ospedale Bellaria di Bologna, ha espresso il proprio parere medico. Queste le sue parole: “La paralisi del IV° nervo cranico, se riferita ad una causa traumatica o compressiva endocranica, può essere legata ad alterazioni del nervo lungo uno dei punti del suo lungo decorso fino all’orbita. A risentirne è il Muscolo Obliquo Superiore. La contrazione di questo muscolo dà al bulbo oculare un movimento di base verso il basso e l’esterno. Una paralisi di questo muscolo darà principalmente all’occhio una deviazione di occhio ruotato in alto, e generalmente verso l’esterno per l’azione di altri muscoli, causando nella persona che è affetta da tale problema una “visione doppia” in senso verticale, con estremo disagio generale nei movimenti e nella coordinazione degli arti, e con possibile senso di fastidio e nausea”.

Quando ci sarà un miglioramento?

Il professor Acciari continua dicendo: “Nel caso di Marquez il trauma sul nervo è stato causato da un trauma cranico, rappresentato non unicamente ad impatti diretti del capo, ma anche da violenti spostamenti delle strutture nervose dovuti alle forze inerziali del trauma, la forza centrifuga e quella di rotazione”. Infine conclude: “Ma per arrivare ad un miglioramento clinico o ad una guarigione possono volerci dei mesi. E a volte in questo intervallo il paziente è costretto a “bendare” l’occhio affetto da paralisi, per evitare gli effetti clinici della “vista doppia”. Interventi riparativi sul nervo non se ne fanno; pertanto, nei casi sfortunati dove la paralisi lascia reliquati clinici, possono essere eseguiti interventi palliativi e correttivi in ambito oculistico sui muscoli orbitari, per cercare di riportare il bulbo in asse, e togliere la diplopia”.