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Marco Pantani il 4 giugno 1994 vince a Merano: inizia l’epopea del Pirata

Marco Pantani è sinonimo di vittorie leggendarie nella storia del ciclismo, ma anche di un dramma personale che lo ha inesorabilmente portato ad una morte prematura nel febbraio del 2004 in misteriose circostanze ancora tutte da chiarire. E le emozioni che lo scalatore romagnolo ha regalato a tutti i suoi tifosi e agli appassionati del mondo delle due ruote cominciano il 4 giugno 1994 quando, ancora sconosciuto al grande pubblico, ottiene la sua prima vittoria da professionista a Merano al termine della 14ª tappa del Giro d’Italia.

La sua prima affermazione giunge alla fine di una frazione a dir poco impegnativa della Corsa Rosa, quella che da Lienz porta a Merano e che vede il giovane ciclista romagnolo arrivare in piena solitudine e a braccia alzate al traguardo dopo aver percorso anche una pericolosa discesa sotto la pioggia battente. Un successo epico, in pieno stile-Pantani, che viene poi bissato il giorno seguente all’Aprica e che dà il via alla indimenticabile epopea del Pirata di Cesenatico.

Marco Pantani al Giro d’Italia 1994.

Il Giro d’Italia del 1994 tocca anche la Slovenia e l’Austria, quindi proprio il 4 giugno è previsto il rientro in patria con la difficile tappa che da Lienz giunge a Merano. Il percorso è da brividi: 235 chilometri con cinque asperità durissime, ovvero Stalle, Furcia, Passo delle Erbe, Eores e Monte Giovo. Inoltre, al termine dell’ultimo Gran Premio della Montagna i corridori devono affrontare una ripida discesa di circa 40 chilometri che porta proprio nella cittadina del Trentino Alto Adige. E il meteo non promette nulla di buono, con una pioggia che rende ancor più rischioso il tracciato.

La vittoria di Marco Pantani a Merano

La 14ª tappa del Giro d’Italia del 4 giugno 1994 non lesina emozioni. Fin da subito i protagonisti si sfidano, ma ad un certo punto un gruppetto lancia una fuga che viene considerata come quella giusta per giungere al traguardo, poiché ci sono tre esperti corridori quali il Diablo Claudio Chiappucci, l’ucraino Sergei Uchakov e il francese Pascal Richard. Alle loro spalle si forma un piccolo plotone di inseguitori che, oltre alla maglia rosa Evgeni Berzin, comprende i grandi campioni Miguel Indurain e Gianni Bugno. Insieme a loro c’è un giovane sconosciuto del Team Carrera (lo stesso di Chiappucci) che si chiama Marco Pantani e che alla seconda stagione da professionista non è ancora riuscito ad ottenere un successo.

Questo gruppo, lungo la salita del Monte Giovo, riesce a raggiungere Chiappucci e Uchakov, mentre Richard prosegue da solo al comando. Il giovane Pantani, nel momento in cui il suo capitano è stato riassorbito e si trova piuttosto lontano in classifica generale, è libero da qualsiasi compito da gregario e quasi istintivamente intuisce che può essere questo il suo grande giorno. E così il ciclista 24enne si lancia in uno scatto che di primo acchito può sembrare un azzardo perché dopo lo scollinamento bisogna affrontare una lunga discesa e per di più sotto la pioggia, ma soprattutto perché il gruppetto della maglia rosa è troppo vicino, dunque risulta quasi impossibile poterlo distanziare in questo frangente. Ma in questa circostanza il Pirata comincia a far capire che per lui nulla è impossibile.

All’ultimo Gran Premio della Montagna, il compagno di squadra di Chiappucci raggiunge e supera Richard, quindi si lancia lungo la discesa. Qui lascia tutti a bocca aperta e fa capire di essere un talento naturale: la sua posizione aerodinamica sulla bicicletta è del tutto unica, poiché con il sedere si abbassa fino a toccare quasi la ruota posteriore, lo sterno va a sfiorare il sellino e la testa è all’altezza del manubrio. Raggiunge una velocità sostenuta e, nonostante la pioggia e l’asfalto bagnato, non dà alcun segno di cedimento, anzi, procede come un fulmine lungo le strade del Trentino.

La posizione di Pantani in discesa.

A poco a poco guadagna secondi preziosi sui campioni che provano ad inseguirlo e che però cominciano a cedere il passo alla strepitosa azione di Pantani. Infatti al termine della frazione giungeranno con circa 40 secondi di ritardo rispetto al vincitore. L’atleta romagnolo non si distrae e comincia a lasciarsi andare solo quando mancano una ventina di metri al traguardo, e così può allargare le braccia verso il trionfo, in un’esultanza che di lì a poco diverrà il simbolo delle sue imprese.

Il primo successo da professionista è da leggenda e dopo poche ore viene addirittura bissato nella 15ª tappa da Merano ad Aprica, quando con i suoi scatti il Pirata crea problemi anche a Indurain e al leader del Giro d’Italia Berzin. Quest’ultimo riuscirà poi a conquistare la maglia rosa definitiva, ma soprattutto perché a cronometro riesce a fare la differenza sullo scalatore di Cesenatico.

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Marco Pantani per riuscire a trionfare al Giro d’Italia deve attendere il 1998, il suo anno magico, quando primeggia anche al Tour de France diventando uno dei più grandi campioni del ciclismo. I problemi, le polemiche e il drammatico epilogo della sua vita purtroppo li conosciamo tutti. Ma quelle splendide immagini, quelle vittorie, quelle imprese uniche resteranno per sempre scolpite nella memoria di tutti coloro che si sono emozionati e commossi di fronte ai leggendari successi del Pirata.