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HomeMotoriMotoGpMarquez operato alla spalla. Sta scherzando con il fuoco?

Marquez operato alla spalla. Sta scherzando con il fuoco?

Marc Marquez si è operato a Barcellona alla spalla destra. L’intervento, eseguito dal professor Xavier Mir, è perfettamente riuscito, ed ha permesso di ricostruire il legamento che teneva la spalla ferma in sede. Tale operazione si è resa necessaria dopo che Marc, nel corso degli ultimi test di Jerez, era caduto riportando la sublussazione della stessa.

Marquez ha deciso di finire sotto i ferri adesso, per evitare complicazioni in vista del 2020. Il suo obiettivo, infatti, è quello di rientrare ai prossimi test di Sepang in perfetta forma, continuando il lavoro di preparazione della nuova Honda. Ma sorge un dubbio: a furia di cadere e farsi male, non rischia di accorciare la sua carriera?

Il dubbio è lecito. Non è la prima volta, infatti, che Marquez finisce in sala operatoria per un problema fisico. Nel 2018, ad esempio, Marquez era già stato operato alla spalla sinistra, per ricostruire un legamento messo assai peggio di quello aggiustato adesso. A questo, si segue varie fratture conseguenze di tante cadute e salvataggi di cui il campione del mondo è stato protagonista. Da una frattura ad una gamba, una contusione al mento (datata 2013), fino al nervo ottico operato nel 2011 dopo uno spaventoso volo a Sepang in Moto2. Un infortunio che, per ammissione dello stesso Marc, poteva costargli la carriera.

Ma quanto può essere invalidante una serie di infortuni? Non mancano gli esempi dal passato. Ben Spies, ad esempio, fu costretto ad alzare bandiera bianca per colpa, anche qui, delle spalle. Il texano nel 2013 si ritrovò con i legamenti completamente distrutti, cosa che lo rendevano soggetto a lussazioni anche quando era fermo! In quelle condizioni, era impossibile continuare.

Altro texano martoriato dalle ferite fu Kevin Schwantz. Nel 1994, il pilota di Houston non fu capace di bissare l’iride 500 dell’anno prima, non soltanto per la superiorità di Mick Doohan e della Honda, ma anche per gli infortuni. L’asso Suzuki si fratturò un braccio ad Assen, e poi si slogò il bacino nell’ultima prova di Laguna Seca. Questi incidenti lo costrinsero a saltare tutti i test invernali, arrivando all’inizio del 1995 palesemente stanco e fuori forma. Di lì la decisione del ritiro, avvenuta nel corso del weekend del Mugello.

Tornando a Marquez, se continua con questo trend della ricerca del limite, e nel superarlo con veemenza, rischia seriamente di dover smettere prima del tempo. Dal suo esordio in MotoGP fino al 2017, sono state 83 le cadute di “El Cabronsito”, a cui si aggiungono le 22 del 2018. Tra i piloti della classe regina, è quello che assaggiato di più l’asfalto. Ci sta che voglia cercare di superare se stesso, ma così è facile farsi un gran male. L’aspetto positivo è che sembra che nel 2019 il trend si sia invertito: non sono ancora noti i numeri ufficiali, ma guardando i weekend di gara si nota come Marc stia più in piedi rispetto agli anni passati. Una buona notizia per lui e la sua carriera, un pò meno per i suoi avversari…