La MotoGP è uno sport in cui conta il motore, e non soltanto per una questione di potenza. Anche l’affidabilità è un elemento da prendere in considerazione, perché ti fa finire le gare. E ti evita la penalità, per averne utilizzati troppi! A proposito di questo, qual è il pilota più a rischio in questo campo? Facciamo un po’ di conti. Vi ricordiamo brevemente quello che dice il regolamento, e cioè che ogni pilota ha un limite di sette motori per tutta la stagione (tranne l’Aprilia, che grazie alle concessioni ne ha nove).
MotoGP: chi rischia di più con il motore?
Analizzando i dati dei motori usati, ritirati e nuovi, il pilota che in questo momento è più al limite è Alex Rins. Il catalano della Suzuki ha impiegato quattro motori per le prime nove gare, come tutti i suoi colleghi. Ma a differenza degli altri, Alex ne ha ben due ritirati dal lotto. Il suo compagno di team, Joan Mir, ha quattro motori usati, ma nessuno ritirato. Luca Marini, Marc Marquez e Franco Morbidelli hanno un motore ritirato a testa, ma il romano di casa Petronas ne ha usati solo tre, come Pol Espargaro. Quattro motori anche per l’Aprilia, ma la casa di Noale ne ha ben cinque freschi, contro i tre della concorrenza. Ed i propulsori usati sono ancora a disposizione di Aleix Espargaro: oltre che nella performance, la RS-GP è migliorata anche nella durata.
Qualche cenno storico sulle penalità
Ma quando sono nate le engine penalty? La storia comincia nel 2009, quando la MotoGP introduce in fretta e in furia le misure anticrisi. Con le allora 800 Dorna decide che non si possono adottare più di cinque motori a stagione, pena la rimozione dei punti nel mondiale costruttori e la retrocessione all’ultima posizione (o dalla pit lane, dal 2011) per ogni motore in più montato. Nel 2016, con l’introduzione della centralina unica Marelli, il numero di unità disponibili sale da cinque a sette, che salgono a nove per le case che dispongono delle concessioni per i “senza podio”. Nella storia, solo tre piloti hanno pagato la penalità per troppi motori: il primo è Loris Capirossi (2009, con la Suzuki), poi è il turno di Valentino Rossi (2011, con la Ducati) e infine tocca a Pol Espargaro (2017, con KTM).
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Immagine in evidenza di Red Bull Content Pool, per gentile concessione