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MotoGP: il caso Luca Marini

Il GP di Misano ha consacrato un altro talento italiano, oltre a Francesco Bagnaia. Sul podio, assieme a “Pecco” ed a Fabio Quartararo ci è salito anche Enea Bastianini, con una Ducati del 2019. Quella stessa Ducati che è nelle mani di Luca Marini, che sta diventando un vero e proprio caso di questa MotoGP targata 2021. A differenza del “Bestia”, il fratello di Valentino Rossi non sta mostrando alcun progresso, e la top ten è sempre off limits. Tutto questo nonostante l’enorme supporto che riceve dalla squadra del fratello maggiore, la VR46.

MotoGP 2021: cosa c’è che non va in Luca Marini?

Nelle quattordici gare che si sono disputate finora, appare evidente un fatto: Marini non riesce a classificarsi tra i primi dieci. Ci è riuscito una sola volta, al GP d’Austria, ma per farlo ha dovuto rischiare l’osso del collo. In condizioni normali non ha mancato di concludere in ultima posizione, spesso in situazioni imbarazzanti. Ad Assen si è beccato 13 secondi da Garrett Gerloff, il quale era al primo GP della sua vita! Perché tanta fatica?


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Le ipotesi plausibili

Seguendo il principio del “rasoio di Ockham”, proviamo a formulare varie ipotesi scartando quelle meno verosimili. Il primo ostacolo per Marini è l’anzianità della moto: la sua Desmosedici è del 2019, con la massima evoluzione possibile. Non è certamente un vantaggio, ma va sottolineato che Bastianini, a parità di moto, la top ten l’ha vista più spesso. Il secondo punto potrebbe essere la sua altezza. Luca è alto 184 cm, un vero “spilungone” per gli standard della classe regina. Secondo alcuni, la Desmosedici si adatta a piloti meno alti come Jorge Martin, ma è difficile che sia solo quello il problema. Con quasi 300 CV nel motore, 5 Kg in più o in meno non è che facciano una colossale differenza. La verità, forse, è più semplice di quel che pensiamo: Marini, probabilmente, non ha abbastanza talento per emergere nella tostissima MotoGP. Non vogliamo dire che è un fermo, ma se scorriamo velocemente la sua carriera, sono pochi i successi a lui attribuibili. Nella Moto3 non ha combinato nulla, e nella Moto2 ha vinto sei Gran Premi in cinque stagioni: un curriculum insufficiente per una categoria in cui corrono ben dieci campioni del mondo. Forse, sarebbe stato meglio che rimanesse in Moto2, categoria a lui più congeniale. Ma la VR46 ha spinto molto su di lui, e alla fine il salto era necessario. Le malelingue sostengono che abbia ottenuto il posto solo perché è il fratello di Valentino Rossi, un’affermazione scomoda che però fa fatica a scrollarsi di dosso. Ha ancora quattro gare di tempo per dimostrare ai detrattori che si sbagliano: coraggio Luca, puoi ancora farcela.