― Advertisement ―

spot_img

Superbike, Mandalika: Toprak vince gara 2 ma è Bautista a festeggiare

Il mondiale Superbike assegna il titolo 2022 in gara 2 a Mandalika. Alvaro Bautista voleva festeggiarlo vincendo la manche, ma nulla può contro Toprak...
HomeMotoriMotoGpMotoGP, il duro lavoro di Michelin

MotoGP, il duro lavoro di Michelin

Oltre ai team, i test in Qatar della MotoGP sono serviti alla Michelin. Il produttore francese e fornitore unico ha lavorato per portare nuove soluzioni, cercando di venire il più possibile incontro alle esigenze di tutti. Per il 2021, il costruttore di Clermont Ferrand ha portato alcune soluzioni per le mescole, le quali si sono dimostrate molto convincenti. Di queste soluzioni ne ha parlato a GPOne Piero Taramasso, che anche quest’anno è il responsabile del settore Michelin per la classe regina. Vi riportiamo le sue parole, per conoscere meglio il lavoro di preparazione del gommista in vista dei GP.

Com’è andata la Michelin nei test MotoGP?

Il lavoro della Michelin è sulle mescole sia per l’anteriore che per il posteriore. Per esempio, la mescola morbida per la ruota dietro sembra aver dato riscontri positivi, permettendo ai piloti di percorrere anche 28 giri su un passo interessante. Ed è arrivata anche la prestazione, con la quarta giornata di test che ha visto i piloti distruggere il vecchio record della pista, datato 2019. C’è di che essere soddisfatti, anche se il lavoro del produttore francese dura l’intera stagione. “E’ piaciuta l’aderenza della mescola morbida“, ha detto Taramasso, “sia anteriore che posteriore, perché Miller ha fatto il record della pista e Zarco quello di velocità sul rettilineo. I piloti hanno anche riferito una buona stabilità e hanno lavorato molto sull’assetto della moto in varie condizioni, perché nel weekend di gara non sappiamo che temperature ci saranno e se avremo della sabbia in pista“.


Test Qatar, day 3: oltre ogni record


A proposito di temperature, Michelin ha anche introdotto una nuova mescola dura per l’anteriore, studiata per le sessioni di FP1 e di FP3 che si svolgono alla luce del sole. “La mescola dura“, ha proseguito Taramasso, “potrebbe essere utilizzata nella FP1 o nella FP3, visto che potrebbero esserci temperature dell’asfalto sui 45-50 gradi“. Nuovo anche il composto medio, che secondo Taramasso è una buona alternativa alla soft. “La media ha mostrato meno aderenza della morbida ma una maggiore stabilità“. Si conferma il trend del 2020, con mescole simili dal punto di vista della prestazione, ma con la stabilità a fare da differenziale tra una scelta e l’altra.

Al termine dell’intervista, Taramasso parla anche di un altro tema apparso a Losail, il livellamento dei valori in campo. “In questi test abbiamo visto molte moto competitive“, ha detto l’ingegnere, “saranno delle belle gare“.