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Jerez test, giorno 2: primo Marquez, poi la pioggia

Con la seconda giornata dei Jerez test, la MotoGP ha calato il sipario del suo 2019. Purtroppo, la pioggia ha interrotto il programma del pomeriggio, per cui gli eventi significativi si sono svolti tutti nella mattinata.

Marc Marquez ha primeggiato nella classifica dei tempi segnando un 1’37″820, lontano oltre sei decimi dal crono fatto registrare ieri da Maverick Vinales. Il catalano della Yamaha ha concluso la sessione odierna con il quarto tempo, a un solo decimo dal campione del mondo. Davanti a Maverick si sono piazzate le due Suzuki di Alex Rins e Joan Mir, con Fabio Quartararo a chiudere la top five.

Andrea Dovizioso ha fatto un bel salto in avanti da ieri, risalendo fino al sesto posto. L’alfiere Ducati ha preceduto Franco Morbidelli, Jack Miller, Pol Espargaro e Valentino Rossi, autore anche lui di un bel progresso.

Alex Marquez ha proseguito il suo apprendistato con la Honda HRC. Il nuovo compagno di squadra di Marc ha finito il turno con il diciassettesimo tempo, a meno di un secondo e mezzo dal fratello maggiore. E’ stato ancora il migliore dei rookie, distanziando i due della KTM Iker Lecuona e Brad Binder di oltre mezzo secondo. Ancora una passerella per Eric Granado, in attesa di cedere la Ducati Avintia a Johann Zarco.

Sul fronte tecnico, la seconda giornata del Jerez test è stata una prosecuzione della prima. La Honda ha schierato ben cinque moto differenti, due in configurazione 2019 e le altre tre in quella 2020. Marc Marquez è passato dall’una all’altra per confrontarle, mentre Alex ha usato sempre e solo la 2019.

Yamaha ha portato altre combinazioni di motore e ciclistica, facendole provare a rotazione a tutti i suoi piloti. Valentino Rossi ha girato con una M1 completamente rivisitata, con telaio e motori nuovi, ed il rientrante forcellone in carbonio. Vinales ha proseguito con la base già testata (con successo) a Valencia, mentre i due Petronas hanno saggiato per il momento solo il motore. Nelle fila di Iwata serpeggia l’ottimismo, ma la velocità di punta rimane un problema.

La Ducati ha diviso il lavoro tra Dovizioso, Miller e Michele Pirro, sostituto dell’infortunato Francesco Bagnaia. In pista anche Danilo Petrucci, il quale però è ancora limitato dai postumi della tendinite. Si è continuato lo sviluppo del nuovo telaio, e di quel massiccio e misterioso codone che ha attirato un po’ l’attenzione di tutti.

Suzuki ha lavorato alacremente sul motore 2020, in quanto vuole prendere una decisione entro la fine di questi test. Aprilia ha sviluppato nuove strategie elettroniche sulla moto 2019, raccogliendo dati, mentre in KTM Espargaro ha potuto contare sul ristabilito Dani Pedrosa per affinare il nuovo telaio “crossistico”. Lecuona e Binder, invece, hanno continuato a girare con la RC16 standard.