― Advertisement ―

spot_img

Superbike, Mandalika: Toprak vince gara 2 ma è Bautista a festeggiare

Il mondiale Superbike assegna il titolo 2022 in gara 2 a Mandalika. Alvaro Bautista voleva festeggiarlo vincendo la manche, ma nulla può contro Toprak...
HomeMotoriMotoGpMotoGP: l'allergia alla pioggia della Yamaha

MotoGP: l’allergia alla pioggia della Yamaha

Tanto tuonò che alla fine piovve. E se capita durante la gara della classe regina, per alcuni sono gioie e per altri sono dolori. A gioire della pioggia in MotoGP è certamente la Ducati, mentre Yamaha piange. Da un paio di stagioni, forse più, la M1 ha mostrato un certo affanno sulla pista bagnata. Perché? In un’intervista ai tedeschi di Motorsport-Total, Valentino Rossi prova a dare una spiegazione.

MotoGP: perché la Yamaha è allergica alla pioggia?

Il pesarese corre con la M1 ininterrottamente dal 2013, e ricorda bene gli step evolutivi che la quattro cilindri nipponica ha subito nel corso di quasi un decennio. E ricorda come, inizialmente, la moto andasse forte sotto l’acqua: “Finché avevamo l’elettronica Yamaha, la nostra moto era fantastica“, ha raccontato il “Dottore”. Che ha anticipato quella che è la causa principale dell’idrofobia della moto di Iwata, ossia la centralina. Fino al 2015, lo sviluppo elettronico era libero (o quasi), e le case potevano adottare i software che volevano. Yamaha aveva un buon setting, e ciò rendeva la moto facile da guidare in condizioni di grip scarso. Poi, nel 2016, è arrivata la centralina unica della Magneti Marelli, e le cose sono cambiate. “La M1 è un progetto completamente giapponese“, ha sottolineato Rossi. “Gli ingegneri sono tutti giapponesi. Ma abbiamo sempre problemi a ottenere il massimo dall’elettronica di Marelli. Il fatto è che la nostra moto è peggiorata molto quando l’elettronica è stata cambiata“. Secondo Valentino, il problema sta nel fatto che gli ingegneri di Yamaha non hanno ancora capito come funziona un pacchetto elettronico che non hanno progettato o sviluppato. È un problema comune tra le case nipponiche, tanto che Honda e Suzuki hanno ingaggiato tecnici europei per carpirne i segreti. Rossi ha sottolineato come Yamaha non abbia seguito la stessa strada, e forse questo è un problema. “Si sono aperti e hanno portato a bordo molti ingegneri dall’Europa, soprattutto dall’Italia, Yamaha, invece, in fondo lavorano ancora le stesse persone di prima“, ha concluso Rossi.


Tutte le notizie sulla MotoGP