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Motogp, per Yamaha è allerta motori!

E’ allarme rosso per la Yamaha MotoGP sul fronte motori. Nonostante il doppio successo nel GP di Spagna e in quello di Andalusia, la casa dei tre diapason lascia il circuito di Jerez con poche certezze, e molti dubbi. Nel corso dei due weekend, i quattro piloti di Iwata hanno usato quasi tutti i propulsori a disposizione per quest’anno, e rischiano seriamente di esaurirli a fine stagione. Si tratta di un bel guaio, soprattutto per la lotta al mondiale.

Yamaha MotoGP, preoccupa l’affidabilità dei motori

Nel corso del primo GP a Jerez, Yamaha ha ritirato tre motori di quelli del team ufficiale, per riportarli in Giappone. La cosa aveva suscitato un certo clamore, tuttavia il reparto corse aveva smentito categoricamente che vi fossero problemi di affidabilità.

Due dei tre motori rispediti a casa appartenevano a Maverick Vinales, il terzo a Valentino Rossi.

Ed è proprio il catalano quello che sembra messo peggio. Nel secondo GP di Jerez, infatti, Maverick ha corso con l’unità numero 3, girando con altre due nel corso delle libere e delle qualifiche. Il risultato è che “Top Gun” si ritrova ad aver già usato tutti e cinque i motori a disposizione per quest’anno.

Rossi non è messo tanto meglio. Il nove volte iridato ha a sua volta girato con due motori nel corso del GP d’Andalusia, e si ritrova ad averne usati già quattro. Il “Dottore” ha quindi a disposizione un solo propulsore fresco, e mancano ancora 11 gare!

A complicare ulteriormente le cose ci sono i due ritiri che la casa nipponica ha scontato in gara. Gli stop forzati di Rossi a Jerez 1, e di Morbidelli a Jerez 2, ancora non hanno una causa specifica. Ma che siano legati ai motori, a questo punto, è una possibilità concreta.

Parlando di Morbidelli, sia lui che Fabio Quartararo hanno punzonato già quattro motori. Quindi, il suo Petronas sono nella stessa situazione di Rossi.

Come funziona il regolamento dei motori

Ormai da anni, la MotoGP ha contingentato per regolamento il numero dei motori. Per il 2020, dato il calendario ridotto causa pandemia, la Dorna ha ulteriormente inasprito la normativa, riducendo il numero di unità a disposizione a cinque. I costruttori che dispongono delle concessioni, ossia KTM e Aprilia, possono usufruire di due motori in più, portando il loro totale a sette.

Altro aspetto da sottolineare è che i motori devono rimanere identici dall’inizio alla fine. Le case senza concessioni devono punzonare le unità prima di portarle in gara, e poi sigillarle per evitare modifiche fuori tempo massimo. Le case che hanno le concessioni, invece, hanno ancora lo sviluppo libero.

Chi omologa e punzona la sesta unità, deve partire dalla pit lane nella gara successiva.

Guai in arrivo?

Questo è, dunque, il quadro normativo. E basandoci su questo, si capisce quanto sia preoccupante la situazione per la Yamaha. Chiariamo: questo non significa che non hanno più propulsori a disposizione. Infatti, ogni esemplare viene progettato per durare più GP, e quindi i motori già usati possono essere riportati in gara più e più volte, senza sanzioni. Ma, un conto, è avere un motore “fresco” che da piena potenza, ed un altro, è avere una unità con già qualche Km alle spalle. E che magari, potrebbe mollare proprio sul più bello…

L’aspetto positivo della vicenda è che la Yamaha sembra aver trovato la causa del problema. All’origine del male, secondo i tecnici nipponici, pare ci sia un sensore difettoso. La casa ha chiesto una deroga alla MSMA, l’associazione dei costruttori, per poterlo cambiare.

In attesa di sapere se la richiesta sarà accettata, i team e i piloti dei tre diapason si concentrano per i prossimi appuntamenti. Sperando di poter contare su un mezzo solido perché, in un mondiale così corto e concentrato, ogni lasciata è persa.