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NASCAR, Elkhart Lake: una gara da incorniciare

Domenica scorsa, la NASCAR ha fatto visita ad Elkhart Lake per la prima volta dal 1956. Il giorno del 4 luglio, la maggiore festa nazionale degli Stati Uniti, le grosse macchine della Cup Series hanno dato spettacolo, e consegnato il trofeo del vincitore al miglior road racer del giro, Chase Elliott. Il georgiano campione in carica ha trionfato davanti ad una folla oceanica, oltre 100 mila spettatori! Non si era mai vista così tanta gente a Road America. Si tratta di un segnale importante per la serie, che sembra finalmente aver trovato la strada giusta per attirare il pubblico.


NASCAR: Elliott fa il patriota a Road America


NASCAR: una nuova tradizione ad Elkhart Lake?

I 100 mila e passa spettatori che incitavano Elliott a fare più burnout per festeggiare la vittoria sono un segnale più che positivo per la NASCAR. La pandemia sembra sempre più un brutto ricordo, con i gestori dei circuiti che non pongono più limiti alla capacità delle tribune. Ma soprattutto, il campionato sembra finalmente essere riuscita in ciò che aveva mancato negli anni passati: attirare la gente sugli spalti. Nelle stagioni precedenti, i posti a sedere rimanevano spesso vuoti, a tal punto che molte piste hanno ridotto il numero delle sedie per rendere l’emorragia meno evidente. Tornando ad Elkhart Lake, una parte di questo boom deriva dalla data che è stata scelta, ossia il 4 luglio. La NASCAR ha sempre corso in questa data, e spera che i 6 Km della “Spa d’America” possano diventare una nuova tradizione per l’Indipendence Day.

Le ragioni del successo

Ma facciamo un passettino indietro. Perché gli spalti sono tornati a riempirsi? Secondo gli osservatori, il segreto sta nel calendario. Nel 2021 la NASCAR ha sfruttato la contingenza della pandemia per sperimentare nuovi eventi, dando una scossa ad un calendario che finora era troppo statico. Quest’anno, ad esempio, si correranno sette gare sui circuiti stradali, e si è tornati su un ovale storico come il Nashville Superspeedway. In tutti i nuovi eventi si è registrato il sold out, con tribune gremite di spettatori paganti. La ricetta del successo è stata semplice: è bastato dare una scrollata al calendario per creare un senso di novità. L’unico appunto è che certe scelte non sono piaciute ai puristi che, per esempio, lamentano che il 4 luglio non si corre più a Daytona. Ma siccome è impossibile accontentare tutti, bisogna giungere al compromesso migliore. Ecco spiegati i motivi di questa seconda giovinezza. Alla faccia dei musoni che parlavano già di declino…