Un fulmine a ciel sereno per la NASCAR, anche se i motori sono spenti. Oggi il team Ganassi ha annunciato la conclusione del contratto con Kyle Larson, uno dei piloti del team di patron Chip. La motivazione è stata un’espressione razzista pronunciata dal pilota californiano durante una sessione di gara virtuale su iRacing. La NASCAR lo ha sospeso a tempo indeterminato.
I fatti risalgono a sabato scorso, nel corso di una delle gare virtuali che la piattaforma iRacing organizza in sostituzione delle gare saltate per coronavirus. L’ultima di queste gare, denominata “Monza Madness”, prevedeva una gara simulata di stock car lungo il vecchio ovale dell’autodromo brianzolo. Kyle Larson era uno dei 62 iscritti in questo strano format, che contava diversi piloti di varie discipline (ad esempio, il campione in carica Indycar Josef Newgarden). E’ abitudine da parte dei piloti di effettuare dirette della loro…gara, adottando piattaforme comuni ai gamers come ad esempio Twitch. E proprio durante la diretta che avviene il fattaccio: Larson ha problemi con il microfono e, durante una prova audio, si lascia scappare la parola “negro”, che negli USA è terribilmente offensiva. L’espressione razzista non sfugge agli internauti collegati in quel momento.
E non sfugge nemmeno all’ambiente. Infatti, ad un giorno di distanza dalla parola incriminata, gli sponsor del team di Chip Ganassi condannano apertamente il linguaggio usato dal pilota. Marchi come la banca Credit One e la catena di fast food McDonald’s interrompono il rapporto con Kyle. Interviene la iRacing e poi la NASCAR, che sospendono Larson a tempo indeterminato. Per conto di quest’ultima il pilota dovrà frequentare dei corsi di sensibilizzazione.
Larson ha in seguito postato sui social media un video di scuse, ma ciò non è bastato ad evitargli conseguenze peggiori. Di fronte al voltafaccia degli sponsor, unito a quello del partner tecnico Chevrolet, Ganassi non ha avuto altre opzioni che stracciare il contratto di Kyle Larson. In precedenza lo aveva sospeso dal suo incarico e dallo stipendio.
Il Chip Ganassi Racing non ha ancora comunicato il nome del sostituto.
Questa vicenda ha degli aspetti paradossali. La frase razzista è partita proprio da Larson, pilota che appartiene ad una minoranza etnica (è di origine giapponese, da parte di madre), e per di più cresciuto nel programma dedicato della NASCAR, il Drive For Diversity. In secondo luogo, non si sta parlando di un qualcosa avvenuto su una pista, ma di un fatto, per quanto grave, avvenuto mentre i protagonisti erano…seduti a casa! Nel mondo di oggi, sempre più virtuale e connesso, le simulazioni non sono più un gioco…
Rivivi la stagione NASCAR 1994: https://sport.periodicodaily.com/once-upon-a-time-nascar-1994/