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NASCAR: la guida tecnica definitiva alle Next Gen Car

Il 6 febbraio 2022, la NASCAR Cup Series entrerà in una nuova era tecnica. Al Coliseum di Los Angeles la Next Gen Car disputerà la sua prima gara ufficiale, portando la massima categoria americana in una dimensione che non ha mai conosciuto prima d’ora. Di questo cambiamento epocale abbiamo parlato più volte, ma è giunto il momento di riassumere il tutto in un unico articolo. Qui sotto, trovate una breve guida su com’è fatto il progetto più importante del campionato principe delle stock car.

Tecnica NASCAR: com’è fatta la Next Gen Car?

Partiamo da quello che resta uguale alle vetture precedenti, ossia il telaio. Abbiamo ancora a che fare con un traliccio di tubi in acciaio, ma la sua struttura cambia. La vettura ora si compone di due sottotelai, anch’essi in acciaio, imbullonati alla scocca principale. Questo non inficia sulla sicurezza, ma rende più agevoli le riparazioni in caso di incidenti. In precedenza, le parti anteriori e posteriori erano integrate al traliccio principale, quindi in caso d’impatto l’intero telaio era da buttare. Il sottotelaio anteriore accoglie motore e le sospensioni davanti, mentre il retro sostiene la trasmissione, le sospensioni posteriori ed il serbatoio. Il cambio è collocato davanti al differenziale, secondo lo schema transaxle. Ciò contribuisce al miglioramento della dinamica del veicolo, grazie anche al pacchetto sospensioni completamente indipendenti.

Sospensioni di un altro pianeta

Lo schema delle sospensioni è abbastanza semplice (un braccetto sopra e uno sotto, con molle ed ammortizzatori convenzionali) ma si tratta di un cambiamento epocale, in una categoria che fino a ieri era fedele al ponte rigido. Il lato ruota comprende i cerchi da 18″, che portano la firma di un’azienda italiana, la BBS. Tali cerchi ospitano freni maggiorati e gomme con profilo ribassato. Sugli ovali, il dettaglio non fa la differenza, ma sugli stradali renderà le vetture ultra veloci: aspettiamoci tempi sul giro più rapidi di parecchi secondi su tracciato come Sonoma, Austin e Watkins Glen. L’abitacolo non cambia, se non per la presenza di una leva che tradisce l’altra grande novità tecnica: il cambio sequenziale a cinque marce. Questa unità trasmette la potenza del solito motore V8 5.7 ad aste e bilancieri, confermato per questa stagione e per la prossima. Nel 2024 si passa all’ibrido, con un sistema KERS simile a quello che la F1 aveva impiegato nel 2009. Anche il motore termico cambierà, ma sulla sua architettura, bocche cucite in NASCAR. Sarà ancora un V8?


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Forniture e materiali compositi

A livello aerodinamico, le Net Gen hanno una tecnica simile alle NASCAR vecchio stile, con spoiler avanti e dietro. Ma sotto la macchina spunta un diffusore in fibra di carbonio. La sua presenza tradisce un cambio di paradigma, in cui si punta sulle prestazioni senza compromettere i sorpassi e lo show. È la linea della IndyCar, insomma. Nel corso dei vari test, la federazione ha provato diverse configurazioni di motore e spoiler, per cercare la combinazione giusta. La fibra di carbonio sarà il materiale principale anche per gli splitter e per la carrozzeria in generale: l’obiettivo è di ridurre i costi, e non generare troppi detriti in caso di contatti. Proprio il costo è la matrice che muove il progetto, e lo distanzia dalle vetture precedenti. Se parti come il telaio e le sospensioni erano prodotte in casa dai team, oggi vengono da un singolo fornitore ufficiale, approvato dalla NASCAR. Tutti avranno gli stessi componenti, risparmiano parecchi soldi e compattando le file. Alle forniture partecipano anche aziende di grido come Ohlins, Xtrac, AP Racing, BBS e Dallara. Il telaio è prodotto dalla Technique Chassis, azienda di Concord specializzata in scocche per stock car. Chevrolet, Ford e Toyota saranno le case costruttrici impegnate nel campionato, con i propri modelli Camaro, Mustang e Camry. Lo sviluppo è quasi completo, con i problemi principali in via di risoluzione. I pannelli in plexiglass anteriori e lo scarico più corto e avanzato hanno messo in soffitta il problema del surriscaldamento dell’abitacolo, cruccio che poteva essere pericoloso in vista dell’avvio della stagione.


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